tag:blogger.com,1999:blog-14866759441551439152024-02-20T10:01:16.766-08:00Il ruggito del Sarchiapone Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18213844184595652046noreply@blogger.comBlogger49125tag:blogger.com,1999:blog-1486675944155143915.post-65413093888478407792016-11-23T03:19:00.001-08:002016-11-23T03:19:42.482-08:00Gragnano: la Valle dei Mulini è controllata, ora si sversa sul Faito<div class="x_MsoNormal" style="background-color: white; color: #555555; font-family: "Maven Pro", sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px; margin-bottom: 15px; padding: 0px;">
<img alt="faito-inquinamento-settembre-2016-min" height="425" src="http://www.ilgazzettinovesuviano.com/wp-content/uploads/2016/11/Faito-inquinamento-settembre-2016-min-500x333.jpg" style="background-color: transparent;" width="640" />La polizia municipale di Castellammare di Stabia ha colto in flagranza alcuni soggetti intenti a sversare rifiuti lungo i tornanti che conducono a Monte Faito. Due tir carichi di materiale di risulta edile e tessile sono stati fermati dagli agenti stabiesi, e a quanto pare gli sversamenti sarebbero stati commissionati da due aziende con sede a Gragnano.</div>
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Quella degli sversamenti abusivi di rifiuti sembra una storia senza una fine, un tiro alla fune tra inquinatori seriali, forze dell’ordine e cittadini stanchi di vedere intere aree devastate. Numerose inchieste hanno dimostrato che quello dell’inquinamento è un fenomeno diffuso in tutta Italia: agli interramenti di rifiuti tossico-nocivi della cosiddetta “Terra dei fuochi” in Campania, si affiancano i tanti casi simili scoperti anche in nord Italia, da Brescia a Novara. Dalla Sicilia al Piemonte la storia non cambia, cave abbandonate usate come tombe per seppellire scorie nucleari, scarti farmaceutici e solventi chimici sputati via dalle multinazionali di ogni parte del mondo.</div>
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Quando le holding dell’inquinamento made in Italy – costituite da imprenditori, politici, manager, contadini, massoni e anche da mafiosi – non hanno trovato più spazio in Italia hanno pensato bene di riempire intere navi di rifiuti per farle affondare a largo delle coste del corno d’Africa o nei tratti di mare internazionale. Sono storie che gli inquirenti conoscono già dagli anni 80’. Stiamo parlando dei grandi inquinamenti che hanno devastato l’ambiente ed ucciso migliaia di persone a causa di malattie incurabili. Questi casi appena citati, apparentemente lontani, possono essere paragonati all’inquinamento del versante nord dei Monti Lattari?</div>
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Non possiamo dare una risposta univoca, e diretta, a tale domanda. La prima risposta è “No” (per fortuna) perché, salvo clamorose e spaventose scoperte, non ci sarebbero mai stati, nei nostri territori, sversamenti o interramenti di sostanze di matrice radioattiva o altamente tossica (mentre tali scoperte sono state fatte purtroppo in zone vicine come il parco del Vesuvio); La seconda risposta è “Si” perché, purtroppo, l’approccio è lo stesso e le conseguenze simili: ci sono interi gruppi di persone, soprattutto aziende abusive del settore edile e tessile (ma anche gommisti, “ferrovecchio” e finte ditte per lo smaltimento di amianto) che da cinquant’anni circa, senza soluzione di continuità, scaricano di tutto lungo la Valle dei Mulini di Gragnano, nell’alveo del torrente Vernotico, nei boschi di Quisisana, lungo la strada che conduce a Faito e in generale in tutti i luoghi montani carrabili e quindi raggiungibili da furgoncini, o addirittura tir.</div>
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E’ stato sversato di tutto, anche amianto, tanto amianto, molto ormai nascosto dalla vegetazione. Lo sanno bene gli abitanti delle frazioni a monte di Gragnano (Aurano, Caprile, Castello) che negli ultimi anni hanno assistito all’aumentare, per molti senza spiegazione, delle malattie tumorali. I più vecchi però, a bassa voce, ricordano quando fino a vent’anni fa lunghe file di camion andavano a scaricare materiale di ogni tipo nei valloni tra Aurano e Castello.</div>
<div class="wp-caption alignleft" id="attachment_249873" style="background-color: white; color: #555555; display: inline; float: left; font-family: arial, verdana, sans-serif; font-size: 15px; line-height: 18px; margin: 4px 24px 20px 0px; padding: 4px; text-align: center; width: 510px;">
<img alt="OLYMPUS DIGITAL CAMERA" class="size-medium wp-image-249873" src="http://www.ilgazzettinovesuviano.com/wp-content/uploads/2016/11/amianto-valle-dei-mulini-mulino-la-fusara-500x375.jpg" style="border: 0px; margin: 5px 5px 0px; max-width: 725px;" /><div class="wp-caption-text" style="color: #888888; font-family: verdana, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 18px; margin: 5px; padding: 0px;">
(Amianto presso la Valle dei Mulini)</div>
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Non è la prima volta, negli ultimi mesi, che vengono colti in flagranza dei soggetti, provenienti proprio da Gragnano, mentre sversano rifiuti nella zona tra Quisisana e le pendici del monte Faito. Il 5 ottobre scorso nella zona dei boschi di Quisisana furono scoperti due individui scaricare tra i boschi scarti edili, cuoio e pelli per conto di due aziende di Gragnano.</div>
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<div style="background-color: white; clear: both; color: #555555; font-family: arial, verdana, sans-serif; font-size: 15px; height: 110px; margin: 0px; overflow: hidden; padding: 5px 0px; text-align: center;">
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Sembrerebbe solo un caso il fatto che nel giro di così poco tempo lo stesso fenomeno si sia ripetuto con le stesse modalità e con soggetti provenienti dallo stesso comune. La prima ipotesi che si può avanzare è che il luogo da sempre “preferito” dagli inquinatori seriali gragnanesi e dei comuni limitrofi, ovvero la Valle dei Mulini, caratterizzata per essere facile da percorrere con qualsiasi tipo di mezzo, ormai è controllata dalle telecamere e presidiata dai sopralluoghi frequenti dei cittadini. E’ diventato molto più rischioso sversare in Valle dei Mulini, e gli inquinatori “organizzati” lo evitano per non essere visti dai numerosi cittadini che popolano la Valle in ogni ora del giorno. Non si può dire lo stesso per gli inquinatori “comuni”, parliamo del solito individuo di turno che di ritorno dalla tradizionale bevuta d’acqua presso la sorgente della “Forma” ne approfitta ancora per gettare rifiuti o addirittura un impianto audio guasto, proprio come successo pochi giorni fa presso il mulino “Porta di Castello di sopra”.</div>
<div class="x_MsoNormal" style="background-color: white; color: #555555; font-family: "Maven Pro", sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px; margin-bottom: 15px; padding: 0px;">
Un tempo però era la Valle l’opzione B degli stabiesi rispetto a Faito, ora è diventato il contrario, i gragnanesi sversano a Castellammare. Famoso, ahinoi, è la vicenda di quel gran pezzo di m…inquinatore seriale che fu scoperto dai vigili urbani di Castellammare mentre stava sversando bustoni pieni di amianto nei boschi di Quisisana. L’uomo accortosi di essere stato scoperto riuscì a scappare, portarsi con se gran parte dell’amianto e scaricarlo poi nella Valle dei Mulini, dove una parte è ancora depositata sebbene siano state fatte denunce e addirittura interpellanze parlamentari da senatori della Repubblica(vedi foto sopra).</div>
<div class="wp-caption alignleft" id="attachment_249874" style="background-color: white; color: #555555; display: inline; float: left; font-family: arial, verdana, sans-serif; font-size: 15px; line-height: 18px; margin: 4px 24px 20px 0px; padding: 4px; text-align: center; width: 510px;">
<img alt="15122878_10207752068175705_8790335245609060558_o" class="wp-image-249874 size-medium" sizes="(max-width: 500px) 100vw, 500px" src="http://www.ilgazzettinovesuviano.com/wp-content/uploads/2016/11/15122878_10207752068175705_8790335245609060558_o-500x375.jpg" srcset="http://www.ilgazzettinovesuviano.com/wp-content/uploads/2016/11/15122878_10207752068175705_8790335245609060558_o-500x375.jpg 500w, http://www.ilgazzettinovesuviano.com/wp-content/uploads/2016/11/15122878_10207752068175705_8790335245609060558_o-768x576.jpg 768w, http://www.ilgazzettinovesuviano.com/wp-content/uploads/2016/11/15122878_10207752068175705_8790335245609060558_o-1024x768.jpg 1024w" style="border: 0px; margin: 5px 5px 0px; max-width: 725px;" /><div class="wp-caption-text" style="color: #888888; font-family: verdana, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 18px; margin: 5px; padding: 0px;">
(Valle dei Mulini novembre 2016)</div>
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Si assiste dunque a due fenomeni collegati, che si intrecciano, e dimostrano che il tiro alla fune tra la cittadinanza e gli inquinatori seriali fa vincere i primi da una parte ma li fa perdere dall’altra. Si risolve il problema in un’area ma non si debellano le cause (sociali, economiche e culturali) che spingono le persone a sversare rifiuti nei corsi d’acqua e nei sentieri di montagna di altre zone rispetto alla loro area di provenienza. Da una parte c’è la prepotenza atavica che culturalmente caratterizza una fetta della popolazione, dall’altra c’è la necessità illegale delle tante aziende abusive presenti sul territorio che non hanno altra possibilità – non potendo smaltire i rifiuti regolarmente – se non quella di scaricare i materiali di risulta in luoghi di interesse ambientale. Il tutto avviene nel cuore del parco regionale dei monti Lattari (stesso discorso vale per le aziende non abusive ma che sversano per risparmiare sulle spese di smaltimento).</div>
<div class="x_MsoNormal" style="background-color: white; color: #555555; font-family: "Maven Pro", sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px; margin-bottom: 15px; padding: 0px;">
Eppure oggi questo “gioco” di morte non dovrebbe più valere la candela, soprattutto dopo l’introduzione di più severi reati ambientali nel codice penale, con la legge 68 del 2015, che hanno inasprito la reazione del nostro ordinamento dinanzi a tali comportamenti anacronistici ed intollerabili. Occorre solo capire se anche la polizia municipale, e le forze dell’ordine in generale, oltre ad impegnarsi, positivamente, nel contrasto a tali fenomeni siano ben consapevoli delle nuove norme – e anche delle vecchie– che disciplinano la materia dell’abbandono di rifiuti, prevedendo oltre alle ammende pecuniarie e all’arresto, (pene tipiche della più “leggera” disciplina previgente) anche la possibilità della reclusione e di multe salatissime con il nuovo reato “delittuoso” di inquinamento ambientale previsto dall’art 452 bis, il quale tra l’altro prevede che: “quando l’inquinamento è prodotto in un’area naturale protetta o sottoposta a vincolo paesaggistico, ambientale, storico, artistico, architettonico o archeologico, ovvero in danno di specie animali o vegetali protette, la pena è aumentata”. E se ben ricordiamo l’area in questione è sottoposta ai vincoli e alla protezione dell’ente parco regionale dei Monti Lattari.</div>
<div class="x_MsoNormal" style="background-color: white; color: #555555; font-family: "Maven Pro", sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px; margin-bottom: 15px; padding: 0px;">
Nemmeno la “occasionalità” dello sversamento dovrebbe poter difendere gli inquinatori dei monti Lattari (pur ribadendo che secondo noi “occasionali” non lo sono affatto) dall’applicazione delle severe disposizioni del codice dell’ambiente o addirittura, ora, del codice penale. Secondo la Corte di Cassazione (sent. 48015 del 2014) anche l’unico trasporto occasionale di rifiuti non autorizzato contempla la configurazione del reato previsto dall’art. 256 del d.lgs. 152 del 2006 (il cd. codice dell’ambiente): “Tale reato, infatti ha natura di reato istantaneo e solo eventualmente abituale, in quanto si perfeziona nel momento in cui si realizza la singola condotta tipica, senza che sia necessaria un’attività svolta con i requisiti della continuatività e stabilità di sorta”.</div>
<div class="x_MsoNormal" style="background-color: white; color: #555555; font-family: "Maven Pro", sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px; margin-bottom: 15px; padding: 0px;">
Ciò premesso, precisando che occorre complimentarsi con il lavoro dei vigili urbani locali, i quali, finalmente (forse…), stanno apprendendo le loro competenze in ambito ambientale, la domanda da farsi è la seguente: siamo sicuri che alla luce del nuovo approccio del nostro ordinamento, che mette a disposizione strumenti molto più severi ed adeguati alle conseguenze provocate dalle azioni inquinanti, le forze dell’ordine non stiano ancora usando il guanto di velluto, invece del pugno di ferro, per punire chi sta distruggendo il nostro territorio, la nostra salute ed il nostro futuro?</div>
<div class="x_MsoNormal" style="background-color: white; color: #555555; font-family: "Maven Pro", sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px; margin-bottom: 15px; padding: 0px; text-align: right;">
<strong style="font-style: inherit;"><br /></strong></div>
<div class="x_MsoNormal" style="background-color: white; line-height: 18px; margin-bottom: 15px; padding: 0px; text-align: right;">
<strong style="color: #555555; font-family: "Maven Pro", sans-serif; font-size: 13px; font-style: inherit;">tratto da: </strong><span style="background-color: transparent; font-size: 13px;"><span style="color: #555555; font-family: Maven Pro, sans-serif;"><b>http://www.ilgazzettinovesuviano.com/2016/11/22/gragnano-la-valle-dei-mulini-controllata-ora-si-sversa-faito/</b></span></span><strong style="color: #555555; font-family: "Maven Pro", sans-serif; font-size: 13px; font-style: inherit;"> </strong></div>
<div class="x_MsoNormal" style="background-color: white; color: #555555; font-family: "Maven Pro", sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px; margin-bottom: 15px; padding: 0px; text-align: right;">
<strong style="font-style: inherit;">Carmine Iovine</strong></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18213844184595652046noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1486675944155143915.post-91802272802227228242016-02-21T14:42:00.001-08:002016-02-21T14:44:32.121-08:00Camorra: droga per tutti e clan senza capi <i>Domenica 21 Febbraio 2016,</i><br />
<i>tratto da "Il Mattino.it"
di Isaia Sales</i><br />
"Ricapitoliamo. Le bande di camorra che si stanno combattendo a Napoli a colpi di cadaveri lo fanno per contendersi un mercato, quello della droga, che vale almeno 100 milioni di euro all’anno nella sola area metropolitana. Le armi usate vengono dall’Est Europa, mentre la droga proviene dall’America latina e dall’Africa via Spagna, e sono numerose: in un solo anno sono state sequestrate 1285 armi, 23000 munizioni, dieci chili di esplosivo; e se calcoliamo che in genere i sequestri riguardano il 10% di ciò che effettivamente circola, dobbiamo parlare di più di 10.000 armi pronte all’uso nelle mani di giovanissimi violenti. Nelle guerre del passato, che pure avevano raggiunto un numero di morti ammazzati di gran lunga superiore a quello registrato in questi mesi, la posta in gioco non era così elevata dal punto di vista economico.
Prima le faide erano concentrate in un rione, in un quartiere; oggi invece riguardano diversi quartieri di Napoli e il suo esteso hinterland, segno dello spostamento delle piazze di spaccio da Scampia e Secondigliano verso i comuni a ridosso della città partenopea. In gran parte le aree coinvolte nella guerra sono tutte degradate dal punto di vista urbanistico, economico e sociale: riguardano i rioni costruiti nel dopo terremoto dove ora si sono spostate le zone di spaccio e dove esiste un legame sociale e familiare con parte della popolazione dei quartieri abbandonati nel 1980. Quasi tutti i rioni costruiti con i fondi del terremoto sono zone a fortissima presenza criminale e a intensissima attività illegale. Se nella storia della camorra del secondo dopoguerra esisteva una frattura fisica e organizzativa tra bande di città e bande di provincia, negli ultimi tempi il traffico e lo spaccio della droga hanno fatto di alcuni quartieri di Napoli e di alcuni paesi dell’hinterland un’unica area criminale. Con un giro di affari così esteso, il numero di persone che ruotano attorno alle attività criminali è altrettanto esteso. Il lavoro criminale è svolto dalle unità familiari come un qualsiasi lavoro, dal nonno al nipote, dalla madre ai figli. Si può dunque parlare tranquillamente di camorra-massa non solo in rapporto a chi partecipa alle azioni violente ma anche in rapporto a chi vive dei traffici basati sulla violenza. In questo giro criminale c’è il milionario, il ricchissimo, il benestante e chi vive di un’entrata stabile; nessuno tra chi è all’interno del circuito criminale se la passa male dal punto di vista economico. E nessuno ne è potenzialmente escluso, le barriere di accesso sono molto basse e facilmente superabili. All’interno di questo mondo la circolazione della ricchezza è diffusa: si acquistano capi griffati, si ostentano consumi opulenti, si comprano armi, si pagano killer, si remunerano le vedette e i pali, si fittano locali per il taglio e l’imbustamento della merce, e si pratica un particolare welfare che riguarda le famiglie di coloro che sono in prigione, quelli che non possono più fare lavoro criminale diretto per limiti di età, il pagamento degli avvocati e altre attività “solidali”. Il prezzo di una dose di cocaina si è abbassato a tredici euro e così si consente un consumo anche a chi prima non poteva: i napoletani hanno inventato la droga economica e per tutti, favorendo così un consumo di massa. I grandi guadagni e la grande circolazione di ricchezza, dunque, sono dovuti non solo al commercio internazionale di droga ma alla vendita al consumo.
In altre città d’Europa lo spaccio al minuto è nelle mani di immigrati o di tossicodipendenti, a Napoli e nel suo hinterland invece è nelle mani degli “indigeni”, cioè dei napoletani stessi. La frammentazione della camorra in numerosi clan, a Napoli città, è un dato strutturale, di lungo periodo, quasi congeniale al suo modo di esercitare l’attività criminale. Non c’è solo divisione per quartiere, ma spesso lo stesso quartiere vede più clan contendersi lo spazio e l’influenza, a volte una strada viene divisa a metà tra un clan e l’altro. I confini di quartiere e di rione, in una città sovraffollata come Napoli, sono indefinibili. C’è uno scarto tra dimensione territoriale ristretta e il numero elevato delle persone che delinquono. Questo stato di cose determina una spinta maggiore a pressare i cittadini estranei all’organizzazione per trarne guadagni, oppure a ottenerne il consenso coinvolgendoli nelle attività illegali, oppure a uscire dall’area ristretta del proprio rione creando così conflitti con le altre bande. Insomma la sovrappopolazione criminale incide fortemente sulle strategie delle bande di camorra e determina conflitti permanenti. Inoltre essendo Napoli una città-bazar, dove puoi trovare qualsiasi merce illegale, è molto labile il confine tra attività camorristiche e attività di delinquenza comune, alcuni clan pretendono che i criminali comuni che operano nella stessa zona da essi controllata consegnino loro la parte dei proventi dei furti, delle rapine, degli scippi, e di altre attività di strada, in particolare del settore della contraffazione. Vi è, di conseguenza, un continuo passaggio di malavitosi comuni ai gruppi camorristici, con una fluidità che non prevede barriere di accesso all’elite criminale. Proprio a causa di questa fluidità avviene spesso che appena si liberano posti nella gerarchia delle bande di camorra, i più violenti pensano di trovare quello spazio che in una camorra più organata non avrebbero trovato.
Questo modello lo possiamo definire “camorra-fluida”, modello caratterizzato dal rapido avvicendamento dei capi e dunque continuamente acefalo, che mette in difficoltà le investigazioni per il turn-over frequentissimo nei vertici e per la non stabilizzazione del comando. Ed è paradossale che in una situazione del genere le forze di polizia debbano augurarsi che una gerarchia di comando si consolidi e metta ordine nel caos organizzativo che si è descritto. Se così stanno le cose, cos’è camorra e cosa non lo è? E’ difficile stabilirlo dentro modalità di agire criminale che sembrano un ibrido tra gangsterismo urbano e bande criminali giovanili. Per comodità possiamo definire bande di camorra quelle che subordinano a sé le altre forme di criminalità per la capacità permanente di usare violenza e per la forza economica dovuta al controllo di alcune piazze di spaccio di droga. Sul mercato napoletano si scontrano possibilità di fatica senza grandi guadagni e possibilità di ricchezza senza grandi fatiche. Una parte del sottoproletariato napoletano (e del suo hinterland) prima era egemone nel primo campo, oggi lo è nel secondo. Siamo di fronte a un caso unico in Europa: i sottoproletari si son integrati attraverso la ricchezza che deriva dalle attività criminali senza passare per la scuola, il lavoro, il mestiere. Sono agli ultimi gradini sociali e culturali ma ai primi per ricchezza e benessere. E’ in questo obiettivo di integrazione riuscito solo per via criminale che consiste l’insuccesso della nazione verso Napoli e di Napoli verso la nazione".Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18213844184595652046noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1486675944155143915.post-61608737257481186452016-02-14T17:05:00.000-08:002016-02-14T17:05:12.204-08:00L'oceano Pacifico è morto<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEio4WLGhV1H784_vuNtYwO6xqGsb87p1vlfvPgrYaZwlNzoBFhOTmeb2-epDF7kCN_KVXJeErtEtT2Fmml-Ww4t6eZpVCisp98JXFv1epqi-t71fLkDfyjGQsdFUFCf-lksl_z7r3JKZKM/s1600/isola-di-plastica.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="245" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEio4WLGhV1H784_vuNtYwO6xqGsb87p1vlfvPgrYaZwlNzoBFhOTmeb2-epDF7kCN_KVXJeErtEtT2Fmml-Ww4t6eZpVCisp98JXFv1epqi-t71fLkDfyjGQsdFUFCf-lksl_z7r3JKZKM/s320/isola-di-plastica.jpg" width="320" /></a></div>
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<b>L’oceano Pacifico è morto, è svuotato di ogni vita. Ci sono solo rifiuti e barche per lapesca industriale intente a saccheggiare accuratamente quel poco che è ancora rimasto.</b>
Sta facendo il giro del mondo, sui media di lingua inglese, il racconto struggente, tragico e a suo modo poetico di un marinaio, Ivan Macfadyen (foto), che ha ripetuto la traversata del Pacifico effettuata dieci anni fa. Allora fra l’Australia e il Giappone bastava buttare la lenza per procurare pranzo e cena succulenti. Stavolta in tutto due sole prede. Dal Giappone alla California, poi, l’oceano è diventato un deserto assoluto formato da acqua e rottami. Nessun animale. Non un solo richiamo di uccelli marini. Solo il rumore del vento, delle onde e dei grossi detriti che sbattono contro la chiglia. Il racconto di Ivan Macfadyen, vecchio marinaio col cuore spezzato dopo 28 giorni di desolata navigazione nel Pacifico, è stato raccolto dall’australiano The Newcastle Heralded è stato variamente ripreso da decine e decine di testate, tutte in inglese. Macfadyen ha navigato con il suo equipaggio a bordo del Funnel Web sulla rotta Melbourne -Osaka – San Francisco. Dice di aver percorso in lungo e in largo gli oceani per moltissimi anni, dice di aver sempre visto uccelli marini che pescavano o che si posavano sulla nave per riposarsi e farsi trasportare. E poi delfini, squali, pesci, tartarughe… Stavolta nulla di tutto ciò: nulla di vivo per oltre 3.000 miglia nautiche. Unica apparizione, poco a Nord della Nuova Guinea, quella di una flotta per la pescaindustriale accanto ad una barriera corallina. Volevano solo il tonno, tiravano e ributtavano in mare – morta – ogni altra creatura marina.<br />
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<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/aQujxNTyO3Q/0.jpg" src="https://www.youtube.com/embed/aQujxNTyO3Q?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
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<br /></div>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18213844184595652046noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1486675944155143915.post-17084972149184034152016-02-09T01:40:00.000-08:002016-02-09T01:40:44.984-08:00Ma siamo sicuri che non ci sia anche qualche problema nel movimento ambientalista italiano?<div class="MsoNormal">
Il sindaco Pescatore. Il film sulla storia di Angelo
Vassallo. Con tutti i limiti che può avere un film che affronta una storia così
importante, vederlo è stato molto emozionante ed esemplificativo.</div>
<div class="MsoNormal">
Il bravo Castellitto ha fatto conoscere a milioni di persone
una storia che fino ad ora, sia chiaro, aveva avuto un risalto mediatico di
“nicchia”. Finalmente useremo la figura di Angelo Vassallo come termine di
paragone per una buona politica, per una buona amministrazione locale. Chi non
vorrebbe un sindaco come lui, che partendo dalla “semplicità” possa cambiare le
nostre città, scardinando equilibri ed abitudini radicate? Non venite a dirlo a
me, figlio di una città, Gragnano, che da più di 15anni non riesce ad avere
un’amministrazione che completi il mandato (e magari fosse solo questo il
problema).</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Ma il film di ieri sera mi ha dato spunto per un’altra
riflessione: quella sull’ambientalismo nostrano.</div>
<div class="MsoNormal">
E’ vero, la maggior parte dei nostri problemi deriva troppo
spesso dalla mala-politica e dalla mala-amministrazione. Ma siamo sicuri che
non ci sia anche qualche problema nel movimento ambientalista italiano? </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Ad un ambientalismo campale, di azioni drastiche, magari con scioperi della fame e
manifestazioni, stiamo preferendo un ambientalismo da web. Per fare un esempio,
in questi mesi abbiamo assistito allo scioglimento del Corpo Forestale senza
avere la forza di organizzare una manifestazione di massa che bloccasse il
paese. Eppure tutti noi “ambientalisti” conosciamo il ruolo fondamentale ed
imprescindibile che negli ultimi anni la Forestale ha avuto nel contrasto
all’inquinamento, al bracconaggio e alle ecomafie. Negli ultimi mesi abbiamo imbastito una difesa contro le trivelle nei nostri mari, e abbiamo vinto qualche scaramuccia ma la battaglia finale ancora si deve giocare. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Ci sono alcune cose poi che
non mi quadrano: vedo associazioni di “guardie ambientali” che spuntano come
funghi, con auto, jeep e attrezzatura varia, ma che poi non usano mai se non per
presentarsi ai convegni (E non intervengono nemmeno se una specie rara ferita
gli si presenta sotto la sede). Dobbiamo evitare di andare verso un
ambientalismo fine a se stesso che non ha la forza di muovere le masse e
coinvolgere veramente le persone. I passi avanti sono stati tanti in questi
ultimi anni, ed in generale c’è maggiore sensibilità; ma troppo spesso, alle
dichiarazioni di intento non sono seguiti i fatti. Basta leggere qualsiasi
carta internazionale, dalla dichiarazione di Stoccolma in poi, per vedere che
sono praticamente inefficaci ed inapplicate. In giro sono ancora troppo poche
le persone che si battono concretamente per le questioni ambientali, dedicando
per esse tempo ed energie.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Ancora troppo poche le forze dell’ordine ed i
magistrati preparati su tali tematiche. In Parlamento le istanze ecologiche
sono parzialmente rappresentate:
paghiamo ancora il dazio del fallimento
totale delle liste “verdi” degli anni ’90. Così come paghiamo le
incoerenze di chi, politicamente, si spaccia per “ecologista” e poi è il primo,
per esempio, a gettare le cicche di sigaretta ovunque. Dal punto di vista
giuridico, dopo vari tentativi di unificare la legislazione ambientale, stiamo
di nuovo cadendo nella trappola della
diversificazione delle discipline. Se non cambiamo passo, noi “attivisti
convinti” e cominciamo a coinvolgere quante più persone possibile, facendo da
battistrada per un cambiamento epocale, non andremo da nessuna parte. Se
vogliamo ottenere veri cambiamenti solo con le petizioni on line, con i convegni
o con le iniziative di pulizia non andremo da nessuna parte. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Dobbiamo cominciare a rischiare e a giocarci il tutto
per tutto, a costo di essere totalmente controcorrente. Dobbiamo alzare il
livello di “scontro”. Ogni generazione ha le sue guerre, e sperando che in
futuro non ce ne siano di altre ancora più gravose, quella della mia
generazione è proprio questa a tutela dell’ecosistema. A costo di mettere in
secondo piano la nostra vita privata, dovremmo tutti impegnarci per cambiare
questa situazione perché altrimenti lasceremo ai nostri figli un pianeta
peggiore di quello che abbiamo ereditato. </div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18213844184595652046noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1486675944155143915.post-44441806700680302632016-01-31T14:52:00.001-08:002016-01-31T14:52:17.749-08:00Valle dei Mulini è emergenza inquinamento: scarichi fognari, discariche di amianto e carogne di animaliGragnano, Legambiente: “Valle dei Mulini, è emergenza inquinamento”(Video)
Valle dei Mulini è emergenza inquinamento: scarichi fognari, discariche di amianto e carogne di animali
Gragnano 30 gennaio 2016
Individuata una vera e propria discarica, costituita da sversamenti di rifiuti di ogni tipo. Una stagione con scarse piogge ha fatto retrocedere la fitta vegetazione riportando alla luce una unica immensa discarica che va dall’ingresso della Valle al borgo medievale di Castello. Dalle 8.30 alle 13.00 un gruppo di volontari ha effettuato il recupero di una parte dei rifiuti: depositi di amianto, pneumatici, pezzi di asfalto, materiale di risulta edile, carrozzeria di auto, televisori, cassette di plastica. I rifiuti sono stati raccolti tra rovi e fitta vegetazione, accumulati e poi tirati su a mano con l’ausilio di corde. Raccolti circa quindici sacchi neri di materiale indifferenziato, otto pneumatici, un monitor a tubo catodico e quattro carogne di ovini avvolte all’interno di sacchi di plastica. Allertati la polizia municipale e l’Asl, accorsi sul posto per accertamenti.
La nostra associazione, il circolo Legambiente Woodwardia, dal 2011, anno della sua costituzione, svolge attività di promozione e tutela della Valle dei Mulini. Supportati dal comitato di cittadini ed associazioni “Gli Amici della Valle dei Mulini” – di cui facciamo parte – abbiamo organizzato diverse attività di pulizia e sensibilizzazione della cittadinanza. Ricordiamo le ultime due edizioni della campagna “Puliamo il Mondo” 2014 e 2015 a cui hanno partecipato centinaia di volontari. La Valle dei Mulini rappresenta un patrimonio straordinario dal punto di vista storico-archeologico e naturalistico per l’intero comprensorio. Siamo convinti che attraverso l’impegno di tutti si possa giungere alla riqualificazione del luogo. Una prova del fatto che questa nostra convinzione non sia un’utopia è ad esempio il progetto di restauro di uno degli antichi mulini, affidato in comodato d’uso al centro di cultura “Alfonso Maria Di Nola”. Tale progetto è attualmente in corso d’opera e vede la partecipazione attiva di numerosi cittadini volontari. Negli ultimi tempi abbiamo dunque partecipato al nascere di una volontà collettiva intenzionata a recuperare l’area ed il suo valore. Ciò premesso, CONSIDERATA l’incredibile situazione degli sversamenti di rifiuti osservata oggi, CONSIDERATA la presenza di almeno sette scarichi fognari provenienti dalle frazioni alte e che attualmente sversano nel torrente Vernotico RITENIAMO che si è dinanzi ad una gravissima EMERGENZA ambientale, di livello e portata nazionale. Con rammarico constatiamo che il nostro impegno per il recupero della Valle risulterà vano in assenza di una BONIFICA completa e permanente dell’area. CHIEDIAMO pertanto l’intervento della Regione Campania e del Ministero dell’Ambiente al fine di risolvere tale problematica.<br />
COMUNICATO DEL CIRCOLO LEGAMBIENTE WOODWARDIA<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/Z7AqWeq6itY/0.jpg" src="https://www.youtube.com/embed/Z7AqWeq6itY?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18213844184595652046noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1486675944155143915.post-49583673312699270292016-01-26T12:04:00.000-08:002016-01-26T12:07:10.038-08:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXOtCuZhYJTiXeMbr4ZWL9N94FpcL7bqxdY54ToKJ3BClhmNNq6557C4upRzKFeRu7_e-R-4XRMR_bM1eXKD0xKwjmvwMbD0LU4a0JntJ7qX3hFtCrJmD8gUh3vEP7GEhaWB2hAEGvV-4/s1600/PLASTICA+MARE.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXOtCuZhYJTiXeMbr4ZWL9N94FpcL7bqxdY54ToKJ3BClhmNNq6557C4upRzKFeRu7_e-R-4XRMR_bM1eXKD0xKwjmvwMbD0LU4a0JntJ7qX3hFtCrJmD8gUh3vEP7GEhaWB2hAEGvV-4/s320/PLASTICA+MARE.jpg" /></a></div>Inquinamento marino: è ancora allarme plastica negli oceani. Secondo nuove stime, infatti, tra 35 anni gli oceani potrebbero contenere addirittura più bottiglie di plastica che pesci.
L’allarme è lanciato da uno studio intitolato “The New Plastics Economy: Rethinking the future of plastics”, realizzato dal World Economic Forum in collaborazione con la Ellen MacArthur Foundation. Le proiezioni non lasciano scampo: entro il 2050 gli oceani accoglieranno più plastica che pesci.
Il bello è che circa il 32% degli oggetti di plastica a livello globale sfugge ai sistemi di raccolta e viene abbandonato in natura. Un mare di spazzatura, insomma, che inonderà la Terra e non darà futuro alle catene alimentari degli oceani di tutto il mondo, che sono già da tempo a rischio crollo a causa delle emissioni di gas serra, della pesca intensiva e dell'inquinamento localizzato.
Già ora, gli oceani contengono oltre 165 milioni di tonnellate di plastica, per cui, se entro il 2025 non verranno attuate strategie efficaci contro l’inquinamento marino, gli oceani conterranno 1,1 tonnellate di plastica ogni 3 tonnellate di pesce fino ad arrivare al sorpasso della plastica sui pesci.
Lo studio ha analizzato il ciclo di vita della plastica scoprendo che ogni anno il 95% del packaging non viene recuperato dopo un primo breve utilizzo. È ovvio e scontato che questo “non” riciclo della plastica porta a perdite economiche, stimate tra gli 80 e i 120 miliardi di dollari all’anno. Ogni anno, almeno 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani.
Cosa fare allora? “Occorre rivoluzionare l’industria della plastica. Il primo passo è modificare l’iter della plastica nelle nostre economie”, sostiene Dominic Waughray del World Economic Forum.
Basti pensare che ad oggi soltanto il 14% degli imballaggi in plastica viene recuperato e avviato al riciclo. Si tratta di una percentuale molto bassa rispetto al tasso di riciclo della carta (a quota 58%) e alla percentuale di recupero di ferro e acciaio, compresa tra il 70 e il 90%
E noi come possiamo contribuire? Non dimenticate mai di eseguire un corretto smaltimento dei rifiuti che producete in casa e ovunque voi siate. Molti dei rifiuti presenti in mare vengono proprio dai tombini e dalle fognature delle città. Limitate il consumo di plastica, prediligendo l’utilizzo di materiali biodegradabili, borse riutilizzabili di stoffa o di carta. Utilizzate sempre gli oggetti riutilizzabili e riciclati, mai gli articoli usa e getta. Se possedete una barca, scegliete di sostenere porti rispettosi dell'ambiente e segnalate eventuali discariche abusive alle autorità competenti. Donate anche parte del vostro tempo alla pulizia di mari e delle spiagge e sensibilizzate i vostri figli e chi ci sta intorno.
di Germana Carillo
FONTE: http://www.greenme.it
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18213844184595652046noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1486675944155143915.post-69898726761340985332016-01-26T11:45:00.003-08:002016-01-26T11:45:47.558-08:00<h1>
<span>INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10450 presentata da VOZZA SALVATORE (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) in data 19930203</span></h1>
<h2>
<a class="iri" href="http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_10450_11">http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_10450_11</a></h2>
Al Ministro dell'interno. - Per conoscere - premesso che: la situazione
di illegalita' e corruzione nel comune di Gragnano, e' arrivata ormai a
livelli insostenibili; ultimamente con provvedimento della Procura per
reati che vanno dalla truffa aggravata, all'abuso d'ufficio, al falso
eccetera sono stati rinviati a giudizio ben 13 tra vecchi e nuovi
amministratori (tra cui l'ex Senatore Patriarca e l'attuale Presidente
della Provincia di Napoli Zagaroli), insieme ad alcuni imprenditori e
tecnici, in relazione alla costruzione di una scuola media realizzata in
localita' parco Imperiale (Gragnano); nella richiesta di rinvio a
giudizio si afferma che componenti della giunta municipale di Gragnano
in concorso con gli imprenditori Apreda, vincitori dell'appalto e soci
dell'ex senatore Patriarca (gia' sindaco di Gragnano e attuale
consigliere comunale) abusavano del loro ufficio in piu' atti e in
esecuzione di un disegno criminoso al fine di arrecare indebito
vantaggio patrimoniale agli Apreda e allo stesso Patriarca; su altri
episodi come quello relativo all'appalto per la costruzione di 96
alloggi (L. 219) per un importo di circa 11 miliardi, vi sarebbe ancora
un contenzioso aperto per 2 miliardi; l'appalto affidato al Consorzio
(COPI) Passarelli-IMEC (l'uno congiunto del Patriarca e l'altro socio,
cosi' come viene affermato nella richiesta di rinvio a giuduzio n.
14827/R/91), avrebbe visto lievitare enormemente i costi dell'intervento
da 7 a 11 miliardi con il ricorso ad un lodo arbitrale a cui ha fatto
riscontro l'assoluta inerzia difensiva del comune di Gragnano che ha
evidenziato in questo modo la volonta' di voler soccombere; risulta
inoltre che alcuni consiglieri sono incompatibili perche' in rapporti
d'affari con il comune quali costruttori, progettisti, nonche'
beneficiari di contributi previsti dalla legge n. 219, tutto cio' in
netto contrasto con quanto previsto dall'articolo 5 della legge n. 32
del 1992; il comune di Gragnano, come risulta chiaro da questi e da
altri episodi, e' stato male amministrato per anni con forte sperpero di
denaro pubblico determinando gia' da tempo il dissesto finanziario; la
citta' di Gragnano sta vivendo una crisi acutissima sul terreno
economico-sociale ed e' soffocata dal rapporto stretto che si e'
realizzato tra camorra e uomini politici locali -: se risultino in corso
altre inchieste da parte della Magistratura; perche' da tempo
amministratori e consiglieri, incompatibili in base all'articolo 5 della
legge n. 32 del 1992, non siano stati dichiarati decaduti; se non
ritenga, visto i fatti gia' noti per il positivo lavoro svolto dalla
Magistratura, e per i legami che sono emersi in altre inchieste come
quella relativa all'USL 35 tra esponenti politici di Gragnano e la
camorra (e' il caso dell'ex senatore Patriarca e dell'ex vice sindaco F.
Scignano, costretto alle dimissioni dal Consiglio comunale e
attualmente ancora latitante), che sussistano i motivi per sciogliere il
comune di Gragnano in base alla legge n. 221 del 22 luglio 1991.
(4-10450)
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18213844184595652046noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1486675944155143915.post-41573697835802778492015-07-07T13:12:00.002-07:002015-07-07T13:13:14.895-07:00A Gragnano un incendio in pieno centro, probabile origine dolosaLa scorsa notte un incendio ha colpito un automezzo e due autovetture in
pieno centro a Gragnano. Le prime indiscrezioni delle indagini parlano
di matrice dolosa, notizia ancora da ufficializzare. Per il momento
quindi meglio non dare nulla per scontato, salvo riflessioni personali
scortate dall'uso del "modo" condizionale. <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgHnqplAstHDoWmVxTK0aVxpo6uDFnpzOwYj2nNEwK66aJrLrphQra_YNr-kMRrjqlRGTsRwS_Z8xQPQScsKa5norJXZoqQgUCdCC480g079bd0VJuNTBLfKRnUcjfMZgONsy60_wREKc/s1600/2015.07.07+incendio+piazza+aubry.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgHnqplAstHDoWmVxTK0aVxpo6uDFnpzOwYj2nNEwK66aJrLrphQra_YNr-kMRrjqlRGTsRwS_Z8xQPQScsKa5norJXZoqQgUCdCC480g079bd0VJuNTBLfKRnUcjfMZgONsy60_wREKc/s320/2015.07.07+incendio+piazza+aubry.jpg" width="320" /></a></div>
Se la combustione fosse
davvero dolosa gli scenari potrebbero essere stati diversi ma,
presubilmente, l'origine unica: la longa manus della malavita locale che
da sempre controlla, o cerca di controllare, le luminarie e le altre
attività connesse alle feste patronali. Un piccola fetta di diverse
migliaia di euro che fa gola, non per altro per questioni di cd.
"territorialità". Una storia che mi ha fatto ricordare altre vicende
made in Gragnano. In primo luogo ho ricordato "il saluto di presta
libertà" che proprio durante la festa del Carmine di qualche anno fa il
noto neomelodico R.Miraggio dedicava a Nicola Carfora, capo paranza
gragnanese, condannato all'ergastolo, in via definitiva, per l’omicidio
dell’imprenditore Michele Cavaliere, colpevole di non essersi voluto
piegare alla infame legge del racket. Poi ho ricordato le
intercettazioni del clan Di Martino (padre e figlio) con oggetto brogli
elettorali e controllo del territorio, tral'altro citando anche il nome
di tale Serrapica Michele ( che pare sia stato anche sindaco di
Gragnano), ma questi sono dettagli. Poi ho ricordato che Gragnano vanta
il primato per aver dato i natali ad uno dei pochi politici di caratura
nazionale ( ad oggi se non sbaglio l’unico in Campania) ad essere stato
condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione
mafiosa (in Italia si sa, non è facile che un processo porti a tanto).
Ho ricordato che il consiglio comunale precedente a quello attuale
(sempre se non sbaglio) è stato sciolto per infiltrazioni camorristiche.
Ho ricordato la storia delle piantagioni di canapa, dei relativi maxi
sequestri e delle montagne off-limits. Ho pensato alla sparatoria a via
Roma, sempre in pieno centro città, di qualche settimana fa, con tanto
di gambizzazione. Ho ricordato l’agguato al boss Gennaro Chierchia di
qualche anno fa, sempre in pieno centro, in una pasticceria, stile film
gangster americano o telefilm nostrani, però di quelli fatti bene che
diventano anche “tormentone”, per la buona pace delle coscienze. Ho
pensato alla relazione della commissione prefettizia d’accesso che
parlava di: “collegamenti diretti tra componenti dell’amministrazione
gragnanese, dipendenti comunali e la criminalità organizzata”. Ho
ricordato l'ultima relazione della Dia che parla di clan ancora molto
attivi nella zona stabiese-monti Lattari. Ho ricordato l’esplosione di
un supermercato a Castellammare, qualche mese fa sempre in pieno centro e
ripensandoci per bene, negli attuali, e social mediatici, commenti dei
“gragnanesi doc” ho rivisto, identici, quelli degli “stabiesi doc”.
Abbasso la camorra, viva la legalità. "La camorra esiste ancora, va
combattuta". Lo sdegno è tanto peccato che durerà poco, peccato che è
"fomentato" da pochi. Ancor più peccato è l'avere la memoria corta,
soprattutto alle urne. Ci sarebbe tanto e tanto da ricordare, a
cominciare dalle quotidiane incoerenze sociali, culturali ed elettorali
del "gragnanese doc medio" di turno. Ma si sa, il paese è piccolo (30
mila abitanti, al 314° posto in Italia per numero di abitanti, mica son
proprio così pochi) tutti si conoscono. Ma ora meglio smetterla di
ricordare, per la buona pace di tutti, a partire dalla mia coscienza,
colpevole, più o meno, come quella di tutti gli altri compaesani doc di
un paese in cui nessuno è moralmente vergine, nemmeno i bambini.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18213844184595652046noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1486675944155143915.post-25298804887349922562015-07-06T13:02:00.002-07:002015-07-06T13:03:02.578-07:00A Favignana chi inquina accusa, chi denuncia è mascariato<b>A Favignana si celebrano gli indagati e finiscono sotto accusa coloro i quali si occupano di ambiente e lotta a Cosa nostra.</b><br />
<b> </b><br />
<span style="font-size: small;"> </span><br />
<span style="font-size: small;">Estratto da "Trapani e quell'antimanfia che finisce sempre sotto attacco"</span><br />
<span style="font-size: small;">in www.antimafiaduemila.com</span><br />
<span style="font-size: small;">di Rino Giacalone </span><br />
<br />
Non ce ne vorrà il sindaco delle Egadi Giuseppe Pagoto che ogni giorno
ce la mette tutta perchè dell'arcipelago si parli sempre bene e sforna
continui comunicati stampa in tal senso. Non ce ne vorrà perchè sulla
bellezza e sul fascino delle tre isole che stanno dirimpetto Trapani,
Favignana, Levanzo e Marettimo, senza dubbio conveniamo perchè sono
indubbiamente tra i "pezzi" più belli che la nostra Sicilia può mettere
in mostra senza tema di smentita. Ma al solito è proprio sulle cose più
belle che il malaffare, di qualunque genere, è pronto a mettere le mani.
E chiudere gli occhi o comportarsi come fa lo struzzo significa finire
con il dare una mano ai peggiori delinquenti. A Favignana sta accadendo
questo da qualche tempo. Dopo l'”epopea” finita malamente di quel
sindaco che non potendosi ricandidare candidò alle ultime elezioni la
moglie, adesso sembra che le cose si stanno a tornare mettere male per
l'amministrazione favignanese. Nel senso che dinanzi all'esplodere di
alcuni scandali si è creata quasi una fase attendista invece che
scegliere quella interventista, per smarcarsi subito e schierarsi. Lo
racconta un consigliere comunale, Michele Rallo: “In questo momento a
Favignana - dice - non è facile prendere delle posizioni, uscire allo
scoperto, tanto più se sei un consigliere comunale sulla bocca di tutti,
oppure porti con te dei valori con le rispettive associazioni di cui
sei un attivista”. Facciamo parlare Rallo non a caso. Giorni addietro il
suo nome è finito stampato sulla lettera di dimissioni da consigliere
firmata da Ippolita Sammartano. Lei, indagata per abusivismo e
violazione delle normi ambientali, indagata in buona compagnia, quella
dell’imprenditore edile Salvatore Di Girolamo, che nel 2008 finì
arrestato e condannato nell’ambito delle indagini su appalti pilotati e
mazzette, ha scritto le sue dimissioni prendendo di petto Michele Rallo,
accusandolo di aver fatto la “spia”. Ippolita Sammartano e Salvatore Di
Girolamo sono indagati per avere violato le norme di tutela ambientale
per sistemare la spiaggia del villaggio turistico approdo di Ulisse,
dove la Sammartano è direttore. Sembra essere questa la punta di un
iceberg, di uno scandalo che potrebbe scuotere l’isola per via
soprattutto del coinvolgimento dell’imprenditore Di Girolamo. Invece?
Invece non accade nulla, o meglio qualcosa c’è stato. Da quel giorno in
poi, dopo che il Consiglio comunale ha scelto la via del silenzio sulle
dimissioni della Ippolito Sammartano, per le stradine dell’isola si è
cominciato a sentir raccontare di tutto, ovviamente i più contro il
consigliere Rallo. Poi profittando di una sua assenza prolungata
dall’isola, la scena criminale è stata bella e descritta. “Michele Rallo
è stato arrestato, è agli arresti domiciliari, ha fatto brutte cose
quale dipendente di una banca”. Nelle stesse giornate qualcuno è andato a
Punta Sottile dove in una villetta sequestrata Libera ha sistemato il
proprio presidio di Favignana, Michele Rallo è un’attivista di Libera,
ebbene ha preso una bandiera di Libera, l’ha spezzata e l’ha gettata su
un braciere per fortuna spento. “La lettera con la quale la Sammartano
si è dimessa da consigliere - evidenzia Rallo - è diventata nel giro di
pochissimi giorni il segreto di pulcinella. Non si legge in consiglio
comunale per una questione di delicatezza, ma tutto il paese ne ha una
copia o ne conosce i contenuti. E l’accusato sono io”. Rallo ha deciso
di querelare. “Si è scelto il silenzio su una vicenda grave per il
coinvolgimento di un soggetto conosciuto da tutti a Favignana, è uno che
si sa dare da fare, uno che acchiappa tutto quello che si può fare,
costi quel che costi. Lavori privati ma anche lavori pubblici, c'è
sempre la sua presenza che sovraintende, che opera facendo muovere una
rete di interessi, anche in quei lavori dove il suo nome non figura”.
Michele Rallo non molla e coglie al volo l’occasione per incoraggiare i
suoi concittadini: “A Favignana si percepisce la presenza di una camera
di compensazione nota a pochi soggetti ma questa indagine condotta dagli
investigatori della sezione di pg della Forestale mi fa capire e ci fa
capire che è arrivato anche il momento che le persone di buona volontà,
le persone per bene non abbiano più paura o timore di affrontare questo
status quo, possono uscire allo scoperto a testa alta, perchè ci sono
altrettante persone di buona volontà, su tutta la magistratura, le forze
dell'ordine, alcune parti delle istituzioni e la società civile che si
stanno adoperando a fin che tutto questo venga a terminare”. Michele
Rallo lancia le sue parole, mentre arriva l’ennesimo comunicato stampa
del Comune, dove si pubblicizzano al solito tante belle cose, ma forse
per il sindaco è arrivato il momento di dire la sua su quello che sta
accadendo. Non è bello vedere l’impegno sociale contro i deturpatori
dell’ambiente, i sostenitori della legalità, contro ogni forma di mafia,
finire calpestato da bugie e… silenzi.<br />
<br />
*Mascariare in siciliano significa "tingere con il carbone" nel senso di sporcare, imbrattare la reputazione di una persona.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18213844184595652046noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1486675944155143915.post-45939781640268973602015-07-01T14:29:00.000-07:002015-07-01T14:40:15.052-07:00 Farabutto fu lo zelo della Soprintendenza, via da Palazzo Reale le foto delle vittime di camorra<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigsCU4HA3XQoBRyPfKW2JB-zVTZg8Vx1nfWKaPkXxKlHTQHBGEZH4TyVwZ0LfGiQ6VmfnDY4E_ln7nE2t5vKgiUram0Kau6uUQCYtWqB-EbK0Ww7EdXEXU9ViOFYzb0bJetAozsaB21RE/s1600/index.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigsCU4HA3XQoBRyPfKW2JB-zVTZg8Vx1nfWKaPkXxKlHTQHBGEZH4TyVwZ0LfGiQ6VmfnDY4E_ln7nE2t5vKgiUram0Kau6uUQCYtWqB-EbK0Ww7EdXEXU9ViOFYzb0bJetAozsaB21RE/s1600/index.jpg" /></a></div>
<h2 class="article-subtitle">
<span id="evid"><a href="http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/cronaca/15_luglio_01/vittime-innocenti-clan-familiari-dolorosa-offensiva-rimozione-nostri-cari-palazzo-reale-foto-d8c01e16-200d-11e5-9999-d324b7d1d245.shtml#"><img border="0" src="http://dizionari.corriere.it/images/info.gif" style="display: inline; height: 26px; margin: -20px 0 0 -20px; position: absolute; width: 26px;" title="Esplora il significato del termine: La Soprintendenza ha ordinato la rimozione delle foto delle vittime innocenti delle stragi e della camorra dalla facciata della Reggia alla scadenza dei termini dell’iniziativa: «Vedere i volti accortocciati a terra ci ha fatto male» " /></a></span>La
Soprintendenza ha ordinato la rimozione delle foto delle vittime
innocenti delle stragi e della camorra dalla facciata della Reggia alla
scadenza dei termini dell’iniziativa, senza dare alcun preavviso né comunicazione.</h2>
<h3 class="article-subtitle" style="text-align: center;">
<span style="background-color: blue;">
<span style="font-size: x-large;"><span style="color: red;"><u><span style="background-color: blue;">Zelo farabutto o secondi fini?</span> <span style="background-color: #cccccc;"></span><span style="background-color: red;"></span></u></span></span></span></h3>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghvgxIlgUhBkgWniXkaDbtJ4g9nhdLgBmkXZbv4UgBwtZpOXCZyfagRTszfkxRn2S58lKTN1MduwV71_5gbGFPxCqvZhn2PW541SipT8tB-Z0IlxjJ8jfwHwdIAVxa8rxJTK8UaRZDgyA/s1600/noninvano-638x425.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghvgxIlgUhBkgWniXkaDbtJ4g9nhdLgBmkXZbv4UgBwtZpOXCZyfagRTszfkxRn2S58lKTN1MduwV71_5gbGFPxCqvZhn2PW541SipT8tB-Z0IlxjJ8jfwHwdIAVxa8rxJTK8UaRZDgyA/s640/noninvano-638x425.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7UBPmX50wwqOcS8TKc5tNQtuHgDeB1sDl1dkUpxpgwgu7Ppln685XB2FpI9mk2F7y_TkX7qPbZ7ALIegYlRjEHUJyBpzHA-wow8ovSLYs_tflEB4SX9n-8GMclBLPPkOf64FJddix_cw/s1600/20150701_no_text.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="220" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7UBPmX50wwqOcS8TKc5tNQtuHgDeB1sDl1dkUpxpgwgu7Ppln685XB2FpI9mk2F7y_TkX7qPbZ7ALIegYlRjEHUJyBpzHA-wow8ovSLYs_tflEB4SX9n-8GMclBLPPkOf64FJddix_cw/s640/20150701_no_text.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">"NONINVANO"
è il titolo del progetto di sensibilizzazione sul tema delle vittime
innocenti della criminalità promosso dalla Fondazione Polis<span style="color: black;"> della Regione Campania, da Libera e dal Coordinamento
campano dei familiari delle vittime innocenti della criminalità. </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">106 foto di
vittime per fare memoria dei 335 innocenti uccisi dalla violenza criminale in
Campania, ma soprattutto per affermare attraverso i loro volti che queste
stesse vittime non sono morte invano. Le immagini sono affisse nella città di
Napoli all'esterno delle facciate del Palazzo della Regione Campania, in via
Santa Lucia, via Raffaele De Cesare, via Generale Orsini e via Marino Turchi e
all'esterno della facciata di Palazzo Reale<span style="color: black;"> in piazza
del Plebiscito. </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">«Riteniamo
sinceramente incomprensibile l’operato della Sovrintendenza in merito alla
rimozione delle foto delle nostre vittime da Palazzo Reale». Così il presidente
del Coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti della
criminalità Alfredo Avella commenta la disinstallazione della mostra
#NONINVANO, promossa dalla Fondazione Polis insieme allo stesso Coordinamento e
all’associazione Libera.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">106 foto «Le
106 foto affisse sulla facciata di Palazzo Reale hanno rappresentato non solo
un forte richiamo al senso della memoria degli innocenti uccisi dalla violenza
criminale, ma soprattutto un monito per istituzioni e cittadini, spesso
distratti, sull’importanza della legalità quale fattore prioritario di crescita
del territorio», continua Avella.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; mso-outline-level: 5;">
<b><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Volti accartocciati a terra»</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">«Vedere i
volti dei nostri cari accartocciati a terra come se si trattasse di banalissimi
e insignificanti manifesti pubblicitari ci ha fatto male, molto male. In questo
modo è stato calpestato non solo il loro ricordo e il senso profondo del loro
sacrificio, ma anche l’impegno di noi familiari, che nonostante tutto
continuiamo a credere nel riscatto del nostro territorio». </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; mso-outline-level: 5;">
<b><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Singolare «intransigenza della Soprintendenza» </span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">«Inopportuna
e ingiusta ci appare l’intransigenza della Sovrintendenza, nonostante la
tempestiva comunicazione. Ne censuriamo fortemente il gesto, al di la delle
ragioni che hanno portato a tale scelta. L’atteggiamento offensivo e la scarsa
sensibilità dimostrata non possono non lasciarci perplessi e basiti di fronte
al forte degrado e all’abbandono in cui versa il patrimonio artistico
napoletano», rammaricato aggiunge il presidente del coordinamento. «Adesso non
è ‘vuota’ solo la facciata di Palazzo Reale, è certamente più ‘vuota’ tutta la
città di Napoli, in modo particolare quella che lotta per la legalità e la
giustizia», conclude Avella.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> «In
realtà – spiega Paolo Siani, presidente di Polis – la Soprintendenza ci aveva
detto che i pannelli sarebbero rimasti per circa due mesi. Ma non c'è mai stato
nessun accordo scritto. Quello che ci addolora è che con quelle foto avevamo
inaugurato un nuovo modo di fare impegno civile per risvegliare le coscienze e
dire ai cittadini "questi sono volti di vittime da non dimenticare".</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Ora dove le
metteremo? Per adesso sono nei locali della nostra sede, ma non possiamo certo
riporle in un cassetto». Tra i 106 volti delle vittime ve ne sono tanti che la
maggior parte della gente comune ignora: Simonetta Lamberti, uccisa a Cava dei
Tirreni nel 1982 a soli 10 anni da un commando killer che voleva ammazzare il
padre, il giudice Alfonso Lamberti e che proprio ieri ha visto confermata la
pena di 30 anni per uno dei sicari; Federica Taglialatela, 12 anni, di Ischia,
una delle vittime della strage del Rapido 904; Daniele Del Core, 18 anni,
ucciso nel 2006 per aver difeso un amico; Gianluca Cimminiello, tatuatore di 31
anni di Casavatore ammazzato per vendetta nel 2010; Gelsomina Verde,
barbaramente trucidata nel 2004 durante la faida di Scampia; Matilde
Sorrentino, 49 anni, assassinata sull'uscio di casa nel 2004 per aver difeso i
bambini di una scuola (tra cui suo figlio) da una banda di pedofili a Torre
Annunziata e tanti altri nomi che ancora attendono giustizia e verità.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Il progetto
«Noninvano» ha, infatti, lo scopo di sensibilizzare sul tema promosso da Polis,
Libera e Coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti della
criminalità e fare memoria di quei martiri le cui vite sono state interrotte
dalla violenza criminale. Una campagna che esprime il senso della memoria e
dell'impegno sociale che caratterizza i familiari delle vittime,
quotidianamente attivi nel diffondere la cultura della legalità e della
cittadinanza responsabile, per testimoniare che i loro cari sono stati uccisi
«noninvano». «Quei volti sono simbolo di vita, non di morte – dice Pasquale
Scherillo, referente di Libera Sport e presidente dell'Associazione intitolata
al fratello Dario, ucciso per errore nel 2004 a 26 anni a Casavatore – . Tutti
sorridenti in queste foto, sono una cicatrice sanguinante della nostra città e
Napoli non si deve vergognare di loro, ma si deve dare forza perchè da quei
volti nascono realtà e lotte sane contro la camorra. È proprio la condivisione
con gente estranea ai fatti, che non sa, che non conosce, che serve a far
aprire gli occhi e a cercare di comprendere un mondo apparentemente lontano». Intanto
l'appello di Siani è diretto: «Siamo in contatto con la Reggia di Caserta che
dovrebbe esporre le foto su ponteggi liberi. Ma invito le istituzioni locali,
in primis il Comune di Napoli, a farsi avanti per dare una casa a questa
mostra». Un'idea? «Castel dell'Ovo o i porticati del Plebiscito. La gente ha
risposto bene all'iniziativa, abbiamo anche raccolto in una serie di interviste».
Un dubbio tuttavia si affaccia sullo sfratto del progetto «Noninvano»: che
abbia dovuto far posto al concerto de Il Volo previsto per sabato 4 luglio? </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">In
corrieredelmezzogiorno.it http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/cronaca/15_luglio_01/vittime-innocenti-clan-familiari-dolorosa-offensiva-rimozione-nostri-cari-palazzo-reale-foto-d8c01e16-200d-11e5-9999-d324b7d1d245.shtml</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> In
Corriere del Mezzogiorno del 1 luglio 2015 pag 4 </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">In
IlMattino.it</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">http://www.ilmattino.it/NAPOLI/CRONACA/napoli-mostra-plebiscito-clan/notizie/1440706.shtml</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
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<img alt="«NonInVano», rimosse le foto" class="lazy" src="http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/includes2013/LIBS/css/assets/icon_fake.png" data-original="/methode_image/2015/06/30/Campania/Foto%20Gallery/Pallazzo_reale_vittime%20(1)_MGTHUMB-INTERNA.jpg" title="«NonInVano», rimosse le foto" />
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<h5>
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<img alt="«NonInVano», rimosse le foto" class="lazy" src="http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/includes2013/LIBS/css/assets/icon_fake.png" data-original="/methode_image/2015/06/30/Campania/Foto%20Gallery/Pallazzo_reale_vittime%20(2)_MGTHUMB-INTERNA.jpg" title="«NonInVano», rimosse le foto" />
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<h5>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18213844184595652046noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1486675944155143915.post-84434170527345680282015-06-29T07:44:00.003-07:002015-06-29T07:44:33.623-07:00Rapporto ecomafia 2015, il 30 giugno la presentazione. Prevista la diretta streaming su lanuovaecologia.it<img alt="" height="400" src="http://www.symbola.net/newtest/uploadfckimage/ecomafie.jpg" width="600" />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18213844184595652046noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1486675944155143915.post-77277595188651898212015-06-27T15:01:00.000-07:002015-06-27T15:01:26.619-07:00Si ribellò al pizzo e fu ucciso dai casalesi. Il ricordo di Mario Diana<span itemprop="articleBody"> In Repubblica.it </span><br />
<span itemprop="articleBody">di Raffaele Sardo</span><br />
<span itemprop="articleBody">http://napoli.repubblica.it/cronaca/2015/06/27/news/si_ribello_al_pizzo_e_fu_ucciso_dai_casalesi_il_ricordo_di_mario_diana-117840258/</span><br />
<br />
<span itemprop="articleBody">Due colpi di un fucile semiautomatico
calibro 12. Il primo lo raggiunge al torace. L'altro alla tempia quando è
già a terra ferito. E' la mattina del 26 giugno del 1985, trent'anni
fa. Mario Diana, piccolo imprenditore del settore dei trasporti, 49
anni, viene ucciso nella piazza di Casapesenna, davanti all'ingresso del
"Bar Oreste", pochi attimi prima di varcare la soglia dell'esercizio
pubblico. A sparare, un commando di killer della camorra casalese,
composta da un giovanissimo Antonio Iovine, Giuseppe Quadrano (il killer
di Don Peppe Diana) e Dario De Simone. Oggi tutti collaboratori di
giustizia. Mario Diana doveva pagare il suo rifiuto di sottostare al
pizzo imposto dai clan. Il suo gesto poteva essere contagioso.<br />
<br />
Il coraggioso imprenditore di Casapesenna, è stato ricordato con una
messa in suffragio celebrata dal Vescovo di Caserta, monsignor Giovanni
D'Alise, nella Chiesa Cattedrale, stracolma di gente. A promuovere la
giornata in ricordo di Mario Diana, la famiglia, la "Fondazione Mario
Diana onlus" la "Fondazione Polis", "Libera", e il "Coordinamento
Campano dei Familiari delle Vittime Innocenti della criminalità".<br />
<br />
"Quel giorno di trent'anni anni fa ancora lo ricordo come se fosse ieri
- dice con gli occhi lucidi Antonio Diana, uno dei figli di Mario,
oggi affermato imprenditore del settore della plastica insieme al
fratello gemello Nicola - Ricordo lo smarrimento, la solitudine di
quelle prime ore, una società malata che ci aveva tolto un padre, un
marito, un fratello. Per vent'anni non abbiamo avuto nessuna risposta
sul perché dell'omicidio. Poi è intervenuta la giustizia umana che
almeno ha fatto chiarezza sul movente e ha individuati gli assassini
materiali".<br />
<br />
"Questo nostro fratello imprenditore, ucciso perché ha voluto essere
libero - ha detto il vescovo di Caserta, monsignor D'Alise, durante
l'omelia - ha sentito di rispondere a Dio nel richiamo della sua
coscienza e non si è piegato, pagando con la vita questa sua scelta. Ma è
quello che hanno fatto anche i martiri. Hanno pagato con la vita la
testimonianza della verità".<br />
In prima fila i quattro figli di Mario Diana, Teresa, Antonio, Nicola,
Luisa e la moglie Antonietta. Tra i banchi tanti familiari di vittime
innocenti della camorra, Augusto di Meo, testimone dell'omicidio di don
Diana, i vertici delle forze dell'ordine, esponenti di Confindustria,
di Camera di Commercio e tantissimi semplici cittadini.<br />
<br />
"Papà ci manca come se fosse il primo giorno - dice Nicola Diana - Ma
sono contento perché il suo sogno, insieme con le sue idee, è andato
avanti e, in parte, è diventato realtà".
"Oggi come allora - afferma emozionata Teresa Diana, la primogenita -
Mi piace ricordarlo con la sua mano che mi stringe come il più
prezioso dei tesori".<br />
<br />
La commemorazione di Mario Diana continuerà il 16 luglio alle 21.00, al
Belvedere di San Leucio (Caserta), con uno spettacolo gratuito
dell'attore Alessandro Preziosi, che leggerà alcuni brani estratti da
"Le Confessioni di Sant'Agostino".</span>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18213844184595652046noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1486675944155143915.post-29868117463063081042015-06-27T14:45:00.001-07:002015-06-27T14:45:27.657-07:00Raccolta differenziata, la Sicilia è ultima. Il 93% dei rifiuti finisce in discaricain "Il Mattino di Sicilia"<br />
27 giugno 2015<br />
<br />
<br />
Sicilia ultima regione in Italia per raccolta differenziata pro-capite.
Il 93% dei rifiuti viene ancora smaltito in discarica, a fronte di una
media nazionale del 37%. Lo si e’ ribadito a Palermo nel corso del
convegno “Il sistema di gestione integrata dei rifiuti nel Mezzogiorno”.
Secondo Filippo Bernocchi, delegato Anci per energia e rifiuti, tra i
relatori, “Una questione di assoluta rilevanza, nel distacco ancora
esistente tra Nord e Sud in materia di gestione dei rifiuti, e’
sicuramente la carenza impiantistica nelle regioni del Mezzogiorno”.
Cio’, ha rilevato, “comporta un danno per l’ambiente e mette in serio
rischio la disponibilita’ di risorse”, mentre si trascura “il potenziale
insito nel miglioramento del sistema di gestione integrata e’ anche di
tipo economico”. Bernocchi ha fatto il caso della Sicilia, dove i
corrispettivi erogati dai Consorzi di filiera del Conai nel 2014, sono
solo il 2,48% del totale nazionale. “Se si incrementasse la quantita’ di
raccolta, sulla scia delle regioni del Nord, e si riuscisse a
raggiungere una totale copertura della popolazione -secondo il delegato
Anci- i corrispettivi destinati alla Sicilia raggiungerebbero idealmente
il 670%, circa 75 milioni di euro al posto degli attuali 9,8″.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18213844184595652046noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1486675944155143915.post-9639807953197613482015-06-27T14:39:00.000-07:002015-06-27T14:39:46.769-07:00Castellammare - Balneabilità e spiagge, ottime notizie dall'ArpacCastellammare - Balneabilità e spiagge, ottime notizie dall'Arpac<br />
Sono cinque le aree che hanno ricevuto l'ok.<br />
di Federica Rispoli StabiaChannel.it<span class="text_exposed_show"><br /> http://www.stabiachannel.it/news/index.asp?idnews=51343#.VY74yXjShqY.facebook</span><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSlQFG9W3N0NtgVNp0UP1R20xfrAQ_fRfZxcaRCLGVMOI_NAdnV4q-GeJ5rqf276pfvjqmynCfFTHDRBNMhNbv3Djf-LDTuffv3nQ5NzPegxU5QcW5QFBPskZTNvsHGYh2DAOKGwnY_Cw/s1600/11700805_10205072732965679_8523047449826334865_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSlQFG9W3N0NtgVNp0UP1R20xfrAQ_fRfZxcaRCLGVMOI_NAdnV4q-GeJ5rqf276pfvjqmynCfFTHDRBNMhNbv3Djf-LDTuffv3nQ5NzPegxU5QcW5QFBPskZTNvsHGYh2DAOKGwnY_Cw/s640/11700805_10205072732965679_8523047449826334865_n.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
<br />
<span class="text_exposed_show">Balneabilità delle acque stabiesi, arrivano buone notizie dall'Arpac.
Stando agli ultimi dati pubblicati sul sito dell'Agenzia Regionale,
infatti, sono cinque le aree che hanno ricevuto l'ok. Oltre alla zona di
Pozzano, infatti, per il secondo anno consecutivo l'Arpac ha dato
parere favorevole alla spiaggia di corso Alcide De Gasperi che si trova a
pochi metri dal porto turistico di Marina di Stabia e fa parte delle
sue concessioni. Già lo scorso anno, però, fu data libera fruizione alla
cittadinanza. Si tratta di un'area di nuova classificazione, il punto
di prelievo è denominato "Sud Marina di Stabia" e l'area di balneazione
va dalla bocca del porto al civico 267 di corso De Gasperi.
Classificazione "buona", invece, per l'area di "Santa Maria di Pozzano"
che va dal Cral militare a Porto Carello. Tre aree, infine, hanno
ricevuto la classificazione "eccellente": "Arenile Pennella" (da
Corderia a Cral militare), "Bagni di Pozzano" (da Porto Carello al km
12.500 della strada statale sorrentina) e "Cava di Pietra" (dal km
12.500 della strada statale sorrentina a Punta Orlando).</span>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18213844184595652046noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1486675944155143915.post-82120698040381289432015-06-27T04:52:00.002-07:002015-06-27T04:52:14.457-07:00Francesco Schettino: "Sono un pirata ed un signore"di Marianna Di Nola<br />
Il Gazzettinovesuviano.it<br />
http://www.ilgazzettinovesuviano.com/2015/06/27/francesco-schettino-sono-un-pirata-e-un-signore/<br />
<br />
Manco il tempo di scriverne una recensione, manco il tempo di
leggerlo, che il libro di Francesco Schettino fa già parlare di sé.<br />
Presentato in settimana a Meta di Sorrento, il tomo terrà impegnati
lettori, curiosi per tutta l’estate. Alla modica cifra di 19,00 €,
potremo avere tra le mani la versione di Barney, l’uomo che non
ricordava di aver fatto cosa o ricordava di non aver fatto cosa.<br />
Ebbene, il comandante della Costa Concordia, che più di due anni fa
affondò la nave da crociera e con essa 32 vite, ha scritto un libro, “Le
verità sommerse”, con l’ausilio della giornalista Vittoriana Abate.
<br />
Sarà stata la dedica, “a chi colpito negli affetti, perché merita di
sapere la verità”, sarà stato il preambolo, “rifarei tutto, con
coscienza”, sarà che fino alla condanna definitiva si è tutti innocenti,
o non colpevoli, e liberi di avere una propria verità, sta di fatto che
del libro se ne parla e scrive ovunque. Non tanto per il fatto che Schettino abbai scritto un libro, ormai
tutti scrivono autobiografie pur non avendola una vita di cui
raccontare, ma per le parole che l’ex comandante ha usato per
accompagnare la presentazione dell’elaborato. Condannato dal Tribunale
di Grosseto a 16 anni di reclusione per naufragio colposo, omicidio
plurimo colposo, lesioni plurime colpose, abbandono di nave e di
incapaci (ho dimenticato qualcosa?), l’ex comandante ci ha abituati a
strambezze, basti ricordare la sua persona, ma forse personaggio, scelta
per rilanciare il turismo, per tenere lezioni universitarie sulla
“gestione del panico”.<br />
Più che la necessità di diffondere il vero, pare una trovata mediatica.
Più che verità sommerse, se si è detentori della verità, sarebbe stato
forse opportuno titolare il libro “Le bugie galleggianti”?<br />
<strong> </strong>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18213844184595652046noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1486675944155143915.post-34541074354798292202015-06-27T04:45:00.000-07:002015-06-27T04:46:33.538-07:00E' estate.E state tranquilli, farà caldo. Come sempre<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCPcb-ThJepBeKV4pxeW23c8ai5Pfh7SYrHwA0eYE2VUGbp8PPFLO5iMCyjac5OPd0DUmSenp2FsrYtY35S9Xy7WuhyphenhyphenJMS683Ub1Cd19tHvJ4O7bHhxrsk0bq0GYYfh5zNfPwSIUUbWKA/s1600/2015.06.27+IGV+carlo+avvisati+001.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;">IGV 27 Giugno 2015</a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
di Carlo Avvisati <img border="0" height="464" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCPcb-ThJepBeKV4pxeW23c8ai5Pfh7SYrHwA0eYE2VUGbp8PPFLO5iMCyjac5OPd0DUmSenp2FsrYtY35S9Xy7WuhyphenhyphenJMS683Ub1Cd19tHvJ4O7bHhxrsk0bq0GYYfh5zNfPwSIUUbWKA/s640/2015.06.27+IGV+carlo+avvisati+001.jpg" width="640" /></div>
<br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18213844184595652046noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1486675944155143915.post-32416780503802314052015-06-26T10:11:00.000-07:002015-06-26T10:34:51.679-07:00Cilento centro dell'Europa, 35 giovani a Rofrano per parlare di sviluppo rurale In www.giornaledelcilento.it del 26.06.2015<br />
http://www.giornaledelcilento.it<br />
<br />
<br />
Trasformare una presunta periferia del Cilento, in crocevia di
Europa. E’ la sfida che l’associazione Connect persegue mediante lo
scambio culturale giovanile 'To (be)lieve or not to (be)leave?'. Ben 35
ragazzi, in rappresentanza di cinque Paesi europei – Albania, Croazia,
Portogallo e Serbia, oltre all’Italia – si sono radunati a Rofrano per
sperimentare e condividere esperienze, azioni e soluzioni sul tema dello
sviluppo rurale. Un’iniziativa di dimensione europea, che realizza un
progetto vagliato dall’Agenzia nazionale giovani e finanziato
nell’ambito del programma “Erasmus+: Gioventù in Azione”. A partire dal
20 giugno, per dieci giorni, i giovani partecipanti sono chiamati a
condividere profondamente la vita della Comunità locale, osservandone le
peculiarità ed esaminandone punti di forza e di debolezza, al fine di
recepire fattori di crescita individuale e sociale.
<br />
Il programma formativo si articola in una sequenza di attività
interattive ispirate ai principi dell’educazione non formale. Si propone
di realizzare un apprendimento pratico (learning by doing) e condiviso,
diretto a alla riflessione e allo sviluppo di competenze sociali, al
fine di proporre soluzioni creative per lo sviluppo delle comunità
rurali, che culmineranno in uno spettacolo finale di teatro forum. La
performance teatrale, organizzata dagli stessi giovani stranieri e
locali, si svolgerà, nella serata di domenica 28 giugno, tra i
suggestivi scenari del borgo cilentano, a suggellare la
compartecipazione e lo scambio di esperienze emblematiche, coerenti con i
valori europei.<br />
La tradizione inaugurata dal Comune, nel 2011, si rinnova,
rafforzandosi grazie all’azione dell’Associazione Connect, dinamica e
qualificata organizzazione con sede a Vasto, forte di una riconosciuta
levatura internazionale e di un articolato curriculum progettuale
nell’ambito delle politiche giovanili europee, arricchendosi di nuovi
contenuti riconducibili al teatro sociale. Si tratta, infatti, per il
Borgo cilentano del quarto scambio culturale giovanile. Un’esperienza
che si pone come un modello di sviluppo rurale. L’inclusione, la
cooperazione, la solidarietà, la coesione sociale rappresentano antidoti
formidabili avverso spopolamento, suscettibili di essere innescati e
consolidati a partire dalle risorse umane locali, attivando processi
virtuosi di crescita endogena.<br />
«Siamo fieri che il progetto sia stato premiato. spiega Desiree
Pelliccia, 27 anni, presidentessa associazione Connect, project manager e
formatrice di teatro sociale - Esso declina in maniera originale i
nostri principi sociali, applicandosi ad una realtà complessa,
affascinante e volitiva qual è il Cilento interno. Lo scopo é praticare
sviluppo rurale, rappresentando i progetti e sogni dei giovani per il
proprio territorio, alimentando la discussione e la partecipazione della
comunità locale attraverso la tecnica del teatro forum, una forma
artistica tutta da scoprire, che mira a rendere attivo il pubblico, ad
inventare "spett-attori", per esplorare, mettere in scena, analizzare e
trasformare la realtà che essi stessi vivono. Per la buona riuscita
dell’iniziativa - ha concluso - si è rivelato importante il contributo
del Forum dei Giovani di Rofrano, partner attivo e convinto. Ringraziamo
di cuore il Presidente Cavallo e tutti i giovani di Rofrano, padroni di
casa. Ringraziamo anche il Comune che ha messo a disposizione della
nostra Associazione locali e attrezzature».<br />
«Abbiamo riadattato l’adagio shakesperiano per porre al centro del
dibattito politico e civile nazionale, il tema delle aree interne e
dello spopolamento, sollecitando una mobilitazione che conti sul
protagonismo dei giovani e su uno spirito open mind. - ha detto Toni
Viterale, 32 anni, associazione Connect ed ex sindaco di Rofrano - Sono
queste le leve irrinunciabili per dare voce al nostro territorio, in
tutto il mondo. Rofrano, inspiegabilmente, è stata estromessa dalla
Strategia Nazionale per le aree interne, nell’indifferenza di gran parte
degli attori politici locali. Un triste e grottesco paradosso, per una
Comunità che merita ben altre prerogative e attenzioni. Ricerchiamo e
sperimentiamo, così, antidoti contro la piaga dello spopolamento, a
partire dalle persone, dalle singole coscienze e dalla loro azione,
individuando e realizzando un modello di bio-turismo, suscettibile di
essere replicato, fondato sulle relazioni umane e sulla valorizzazione
del patrimonio immobiliare sottoutilizzato, secondo la logica
dell’albergo diffuso».<br />
«Ce l’abbiamo fatta, anche questa volta. - ha aggiunto Enrico
Elefante, 29 anni, associazione Connect, project manager e facilitatore
- Ottenere l’approvazione di un progetto, che sposa ed attua una visione
di sviluppo locale richiede competenza e sinergia. Ancora una volta, la
presenza dei giovani volontari, pronti a scatenare creatività e
innovazione, contribuisce ad accendere le idee e la voglia di crescere e
vivere in questo caro angolo di mondo. L’impatto, in termini culturali,
sociali, umani ed anche economici è notevole, ve lo posso assicurare».
E <span style="font-size: 1em;">Ana Jovanovic, 31 anni, presidente di
Osmeh, project manager e facilitatrice ha concluso: «L’associazione
Osmeh è il partner serbo di questa splendida iniziativa, al pari degli
albanesi di Beyond barriers, dei portoghesi di Geoclube e dei croati di
Mladi za Marof. Sono fiera di aver contribuito, negli anni, a dimostrare
che anche un piccolo centro come Rofrano può offrire opportunità ai
giovani europei, raccontandosi al di la dei suoi angusti confini ed
ergendosi ad agorà continentale e fucina di idee. Rofrano è stato ed è
un laboratorio di confronto e di pace per i giovani balcanici, capaci di
sconfiggere i fantasmi della guerra».</span><br />
<br />
<span style="font-size: 1em;"> </span>link: /it/25_06_2015_cilento_centro_dell_europa_35_giovani_a_rofrano_per_parlare_di_sviluppo_rurale_30801.html#.VY2GoEZYzQeAnonymoushttp://www.blogger.com/profile/18213844184595652046noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1486675944155143915.post-91367443200098947732015-06-25T14:23:00.000-07:002015-06-25T14:23:14.816-07:00<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Gragnano: Un altro tecnico in giunta,
De Rosa sostituito da Bernardo</span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">De Rosa: «I modi e i tempi della
revoca li ritengo assolutamente errati ed inappropriati»</span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Il sindaco
Cimmino ha revocato Francescopaolo De Rosa dal suo incarico e, salvo colpi di
scena, sarà sostituito dall’ingegnere <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Michele Bernardo, proveniente da “Gragnano
Insieme”, stesso gruppo politico dell’ormai ex assessore alle politiche del
lavoro. Praticamente un rimpasto in un bicchier d’acqua e chi parlava del cambio
di più assessori si è trovato a dover commentare un mini rimpasto, o meglio, un
vero e proprio rimpasto ad personam che finora ha colpito solo De Rosa, reo,
secondo le malelingue bene informate, soprattutto di non aver sostenuto, alle
regionali, il candidato indicato da un ordine di scuderia della propria
maggioranza. Una strategia elettorale quella del De Rosa, sempre che i rumors
saranno confermati, che gli è costata la poltrona da assessore, occupata
presumibilmente da Bernardo, fino a qualche tempo fa suo fidato alleato nel
gruppo di “Gragnano insieme”. Una scelta, quella di revocare l’incarico ad una sola
testa, che potrebbe costare caro alla stessa amministrazione, che si inserirebbe
un nuovo tecnico, il quale dovrebbe occuparsi dei lavori pubblici in un
probabile rimpasto degli incarichi in giunta, ma d’altronde lo farebbe a
discapito di un assessore molto apprezzato da una parte consistente della
cittadinanza. De Rosa in questi mesi ha aperto le porte del municipio ai cittadini,
che hanno trovato in lui la novità di un’amministrazione più disponibile alle
loro istanze, un esempio raro dalle parti di via Vittorio Veneto. Importante il
ruolo svolto dal De Rosa anche nella partita per il progetto di inserimento
occupazionale di “Garanzia Giovani”, che peraltro ha visto il comune di
Gragnano come uno dei più attivi in Campania. Di sicuro, dunque, non si
tratterebbe di una bocciatura sull’operato e se, a conferma delle malelingue,
questa revoca avesse delle motivazioni meramente politiche, pardon elettorali,
potrebbe invero trattarsi di un vero e proprio autogol, perché <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>l’ingresso del Bernardo potrebbe ridurre una
già delicata stabilità politica all’interno della maggioranza consiliare. Una
situazione che se letta dall’esterno potrebbe sembrare molto meno drastica di
quello che sembra: un esponente della stessa compagine politica, “Gragnano
insieme”, che ne sostituisce un altro, farebbe in effetti presupporre ad un
premeditato e condiviso cambio di poltrone. In realtà è tutt’altro che così, lo
strappo è stato forte, anzi fortissimo e basta leggere le<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>parole dello stesso De Rosa per capirlo:
«Fino alle ore 10.30 di domenica 21 Giugno scorso Paolo Cimmino, nonostante i
nostri quotidiani incontri presso la sede comunale, mai mi aveva fatto menzione
della urgente necessità di una rivisitazione dell’assetto giuntale. Appresa la
sua volontà di revocarmi in favore di un altro membro della lista “Gragnano
Insieme” di cui sono stato presentatore per la competizione elettorale
amministrativa del 2014, sono scattati in me due moti: la delusione personale e
al contempo l’orgoglio per aver messo al servizio della collettività una
professionalità diversa dalla mia, di cui l’attuale amministrazione riconosce
di non poter fare a meno. Detto ciò, i modi e i tempi della decisione li
ritengo assolutamente errati ed inappropriati. Sembra che chi ha architettato
tale incomprensibile rimpasto ad personam, pur avendo alle spalle una carriera
politica ultraventennale, non abbia affatto preso in considerazione lo
spartiacque del 26 Giugno 2015, data in cui la Corte di Appello di Napoli è
chiamata ad esprimersi sull’ineleggibilità del Cimmino». Lo strappo, anche se
negli ultimi giorni era nell’aria, ha lasciato perplessi molti cittadini, a
cominciare, ovviamente, dagli stessi simpatizzanti di “Gragnano insieme” che,
sull’omonimo gruppo fb, hanno scritto numerosi commenti di solidarietà
indirizzati al De Rosa. A dire il vero girerebbe anche un’altra versione dei
fatti, più formale e politicamente meno inciuciona: il mini rimpasto sarebbe
motivato, in realtà, dalla necessità di inserire un nuovo e più forte tecnico,
in attesa di una molto probabile sentenza di ineleggibilità del sindaco che
spingerebbe Gragnano sull’orlo di una impasse di potere, la quale
necessiterebbe della guida forte di uno staff di tecnici, guidati dal
vicesindaco Vitale. In ogni caso se il verdetto di ineleggibilità, sancito in
primo grado, venisse confermato, alla rinnovata giunta resterebbero poco più di
sei o sette mesi, al netto delle vacanze estive, prima del ritorno alle urne.
In questo breve lasso di tempo il pur capace nuovo assessore ai lavori pubblici
poco potrebbe fare, salvo l’uso di bacchette magiche. Questa seconda versione
sembrerebbe più logica ma meno realistica, come lascia intendere lo stesso De
Rosa: «Vista la necessità di ricorrere alle competenze della persona che poi mi
ha sostituito, ho suggerito al Cimmino di creare ad hoc lo staff del sindaco
tenuto conto che una sua eventuale decadenza non avrebbe inficiato l’organo
dello Staff come nei fatti già avviene nel Comune di Salerno in cui, benché De
Luca sia decaduto da Sindaco, i membri dello staff da lui nominato sono ancora
pienamente operativi. Anche questa soluzione, però, mi è stata respinta. Chiedo
a voi cittadini ed elettori: cosa avreste pensato al mio posto ? I Gragnanesi
hanno bisogno urgente della competenza tecnica del neoassessore o la cerchia
ristretta dei politici ultraventennali che oggi guida l’amministrazione di
Gragnano ha bisogno di liberarsi di Francesco De Rosa ? Io ho la mia risposta,
voi scegliete la vostra…». Altra questione che potrebbe aprirsi, infine, è
quella che concerne il presunto conflitto di interessi che coinvolgerebbe il
nuovo assessore Bernardo. La moglie del Bernardo è infatti G.G. ingegnere
presso l’azienda edile <i>Edil</i> Gue.So., azienda attualmente in controversia
con il comune di Gragnano per l’annosa questione inerente il progetto della
villa comunale nell’area dell’ex scalo ferroviario, i cui lavori sono stati
sospesi per problemi burocratici. Il comune di Gragnano è stato condannato in
primo grado al pagamento di 135 mila euro in favore della Edil Gue.So. azienda
in cui la G.G. non sarebbe una semplice impiegata, trattandosi infatti dell’azienda
di famiglia. Non sarebbero da escludersi<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>profili di conflitto d’interesse, considerando che si avrebbe un
soggetto cotitolare di un’azienda edile in controversia giudiziale con lo
stesso comune di cui il congiunto è assessore ai lavori pubblici, ma questa è
un’altra storia…forse.<br style="mso-special-character: line-break;" />
<br style="mso-special-character: line-break;" />
</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;"><br />
carmine iovine</span></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18213844184595652046noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1486675944155143915.post-1197244221424777692015-03-10T02:41:00.002-07:002015-03-10T02:41:45.098-07:00[In memoria di PLACIDO RIZZOTTO, vittima innocente della mafia -
ucciso il 10/03/1948 e agli amici corleonesi onesti e liberi che ogni
giorno, controvento, testimoniano grande forza e coraggio].<br />
<br />
Credo che
questa nostra terra, sopratutto di questi tempi, debba trarre spunto
dall'esempio semplice di Placido. A lui, e a tutti coloro i quali ci
hanno ricordato l'orgoglio di essere geneticamente antimafiosi, dobbiamo
ispirarci se vogliamo liberarci da mafia e corruzione che tolgono<span class="text_exposed_show">
il fiato alla nostra gente. A lui, e a tutti quelli che Cosa nostra e
le altre organizzazioni mafiose hanno vigliaccamente ucciso, siamo
debitori e per loro dobbiamo continuare incessantemente la lotta di
liberazione da ogni forma di schiavitù, di oppressione, di
non-democrazia. Ma tocca ritrovare la via della semplicità,
dell'autenticità. Tocca sbracciarsi e piantare i piedi per terra per
abbracciare nuovamente quelle zolle che ancora odorano di sangue
innocente per non dimenticare quel sacrificio. Bisogna farlo presto e
farlo bene e dare risposte concrete alla gente che non riesce più a
sopravvivere e che ingrossa le fila del consenso alle mafie che offrono
lavoro e risolvono i più elementari problemi. Ci riusciremo soltanto
se ritroveremo la forza che ci manca e se sapremo cercarla nella
Costituzione, nella Repubblica, nello Stato; proprio come facevano
Placido ed i nostri nonni, gente libera. Evviva Corleone, evviva la
Sicilia, evviva l'Italia.</span><br />
<div class="text_exposed_show">
<br />
Umberto Di Maggio, Libera Sicilia contro le mafie, 10 Marzo 2015<br />
<br />
<br />
</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18213844184595652046noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1486675944155143915.post-14989697579924008892015-03-08T16:45:00.000-07:002015-03-08T16:45:32.038-07:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhA2IH1qttrimVzcJfVRzUB3kq2-uvrK-oMAgqtMqmMSqbx5_77qWEaWRuN9rU5By6DsCW8R5Zx7heUSHn7d-jw61-Va4l0mppHxx9WqrfU6-whzY-7ZNgV3PyLCvwLxzpPuCstdec9a7A/s1600/10407351_10203903852012706_3090993574667199567_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhA2IH1qttrimVzcJfVRzUB3kq2-uvrK-oMAgqtMqmMSqbx5_77qWEaWRuN9rU5By6DsCW8R5Zx7heUSHn7d-jw61-Va4l0mppHxx9WqrfU6-whzY-7ZNgV3PyLCvwLxzpPuCstdec9a7A/s1600/10407351_10203903852012706_3090993574667199567_n.jpg" height="462" width="640" /></a></div>
<br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18213844184595652046noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1486675944155143915.post-47998538248450577932015-03-08T16:43:00.001-07:002015-03-08T16:43:38.380-07:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="_5pbx userContent" data-ft="{"tn":"K"}">
<br />
8 marzo 2015, Gragnano <br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/hIoF9fwN8PE/0.jpg" src="http://www.youtube.com/embed/hIoF9fwN8PE?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
<br />
Un detto, molto saggio, dice che se una donna ti piace davvero lo
scopri la mattina, perché, se ti piace appena si sveglia, allora
significa che ti piace sul serio.<br /> Volendo forzare un pò la mano con
le similitudini, personalmente, considero la Valle dei Mulini come una
bella donna trascurata e maltrattata, ma stamattina presto, il giorno
della festa della donna, era così...</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18213844184595652046noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1486675944155143915.post-17283217102022917452015-02-22T05:48:00.000-08:002015-02-22T05:48:16.471-08:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/KZPv0H-853I/0.jpg" src="http://www.youtube.com/embed/KZPv0H-853I?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
<br />
Grotta di San Biagio<br />
focus del prof. D'AngeloAnonymoushttp://www.blogger.com/profile/18213844184595652046noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1486675944155143915.post-53894657595213096482015-02-22T05:32:00.002-08:002015-02-22T05:32:50.950-08:00Morto Carmine Schiavone, uno dei pentiti (un altro pezzo da novanta a
svelare questi crimini fu il boss Perrella) che ha portato alla ribalta
le ecomafie made in Campania ( lo ha fatto fin dai primi anni 90 non
solo negli ultimi tempi come può mal pensare l'opinione pubblica
nostrana). <br /> Alla fine muiono anche loro con gli occhi chiusi,
proprio come muoiono tutti. Chi ha fatto del male su questa terra muore
proprio come chi ha fatto del bene o come chi, semplicemente, ha vissu<span class="text_exposed_show">to
senza macchia e senza gloria. La Livella azzera tutto, alla fine
cancella il buono ed il brutto, il giusto e l'ingiusto, concetti tutti
umani, solo umani, d’altronde. Muoiono come stanno morendo decine di
persone tra sofferenze atroci nella lotta contro il Brutto male. Donne e
uomini, mamme e papà ( non più solo nonni e nonne), lasciano questa
vita per mano di malattie fino alla fine invisibili, sempre più crudeli
ed inesorabili. Il Brutto male sta colpendo troppe persone e ancora non
ci siamo fermati a riflettere, a capire, valutare. Quando capiremo che
dobbiamo cambiare le nostre abitudini di vita? E’ vero il singolo
individuo può ben poco contro le discariche di rifiuti tossici, gli
scarichi nei corsi d’acqua, l’inquinamento elettromagnetico, bituminoso,
dell’amianto, della plastica nei mari e l'inquinamento di chi più ne ha
più ne metta. Ma porco diavolo dobbiamo cominciare anche dalle piccole
cose: dal fumo di sigarette o da un’alimentazione troppo spesso
totalmente sbagliata. Qualcuno dice che se il brutto male deve venire,
viene lo stesso. Forse è davvero così o forse no come le tante cazzate
che si dicono. Ma se anche così fosse, è giunto il momento di
responsabilizzarci tutti. Non ci aiuteranno nè padre Pio, nè le tante
madonnine disseminate nelle nostre contrade. La tutela ambientale non è
una “passione”, le passioni sono le partitelle di calcetto del fine
settimana o la cinefilia! L'attivismo e l'informazione su queste
tematiche che possono salvare le sorti della nostra specie su questo
benedetto Pianeta, non sono passioni ma doveri imprescindibili di ogni
individuo. Credetemi se vi dico che la terra sopravviverà al nostro
inquinamento, cambierà e si modificherà, anche repentinamente, moriranno
altre specie viventi ma il nostro pianeta sopravviverà alla nostra
breve, insignificante , dannosa presenza. Dobbiamo agire per salvare noi
stessi, non il pianeta!</span>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18213844184595652046noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1486675944155143915.post-61734267461290153852015-01-12T02:29:00.003-08:002015-01-12T02:31:41.885-08:00L' Asharam Santa Caterina chiede il ripristino dell’assessorato alla Pace a Castellammare di Stabia.<br />
<div class="MsoNormal">
<b>Flash mob per la Nonviolenza, Il presidio Libera Asharam
Santa Caterina chiede il ripristino dell’assessorato alla Pace a Castellammare
di Stabia.</b></div>
<div class="MsoNormal">
<<Alla luce degli atti terroristici in Francia e
del massacro in Nigeria, il presidio di Libera “Asharam Santa Caterina” ha
organizzato un flash mob per condannare tali eventi e incentivare la crescita
di un movimento cittadino, che promuova una presa di coscienza collettiva verso
i valori della Pace e la Nonviolenza. Tante bandiere colorate in villa comunale
zona Cassarmonica, vignettiste all’opera ed un’esibizione estemporanea che ha
visto anche la simbolica distruzione di un mitra giocattolo ed il lancio di
matite. Quello dei volontari dell’ Asharam, che gestiscono una palazzina
confiscata alla camorra nel cuore del quartiere Santa Caterina, è un impegno a
trecentosessanta gradi: dall’accoglienza ai migranti, alla lotta contro le
mafie e le ingiustizie, dalla sensibilizzazione all’uso della bicicletta alla
tutela ambientale. La vecchia palazzina, un tempo centro di spaccio dei
D’Alessandro, oltre ad essere sede di Libera è anche sede del locale circolo
Legambiente e degli Amici della Filangieri. Attualmente l’Asharam ospita venti
giovani provenienti dall’Africa, tra essi alcuni nigeriani, la cui numerosa
presenza ricorda come quel paese sia in balia della sanguinaria organizzazione
terroristica di matrice islamica denominata Boko Haram. Gli organizzatori
dell’assembramento pacifista ci tengono a precisare che l’iniziativa non è
finalizzata solo a ricordare e condannare gli episodi di Parigi, che hanno
colpito al cuore l’Europa, ma anche i tanti altri fatti di violenza che si
stanno susseguendo nel mondo: «Forse ora si capirà che l’impegno
antimilitarista è quanto mai attuale.<br />
E’ necessario spezzare tutti i fucili: i loro kalashnikov e le “nostre” bombe
che insanguinano la Siria, la Libia, l’Iraq e molti altri Paesi del mondo.
Contro la spirale guerra/terrorismo/guerra/terrorismo la Nonviolenza è l’unica
risposta efficace.Ora è il momento del lutto, perché ancora una volta sono
state uccise delle persone utilizzate come simboli. Da domani sarà il momento
dell’intelligenza e dell’apertura per non cadere nella trappola della violenza
e per costruire una civiltà della convivenza», dichiarano i volontari in un
comunicato. Ad ottobre dello scorso anno furono numerosi i giovani dell’Asharam
che da Castellammare di Stabia parteciparono alla marcia della Pace di Assisi,
quella volta il bus per il viaggio fu messo a disposizione addirittura dal
comune di Torre Annunziata, vista l’indifferenza dell’amministrazione stabiese
che non rispose alle richieste dei partecipanti. Indifferenza incomprensibile
verso tali tematiche universali, e mai scontate, che a quanto pare continua:
«E’ triste constatare che una città da sempre legata ai principi della Pace,
come Castellammare di Stabia, sia stata privata di una controparte
istituzionale come lo storico assessorato alla Pace abrogato dall’ attuale
amministrazione comunale. Allo stesso tempo è demoralizzante il fatto che in
città si continui a sostenere questi principi solo grazie alla volontà e alla
partecipazione dei giovani, i quali, pur provenienti da esperienze politiche e
culturali diverse, riescono sempre a trovare momenti di lotta unitaria sui principi
della Pace, Nonviolenza e Convivenza», dichi</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixi25EWnTj2rpVpcE_AtJQBNGDjmVQKqq2uC2AUlILEMZKBdP1g66UVZ4vYakVEWqZRGI-n6fC3wgWZq9IoAcpPdG4Ca3ZKLkPoQIChddQBx7CmguAW4LELT1-lRHs_Q6CqFabWKdAlKQ/s1600/flash+mob+11+gennaio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixi25EWnTj2rpVpcE_AtJQBNGDjmVQKqq2uC2AUlILEMZKBdP1g66UVZ4vYakVEWqZRGI-n6fC3wgWZq9IoAcpPdG4Ca3ZKLkPoQIChddQBx7CmguAW4LELT1-lRHs_Q6CqFabWKdAlKQ/s1600/flash+mob+11+gennaio.jpg" height="223" width="400" /></a></div>
ara Maurizio Somma, presidente
della storica associazione pacifista la “Casa della Pace e della Nonviolenza”,
tra gli organizzatori del flash mob. L’attuale amministrazione probabilmente
avrà considerato la delega alla Pace, dagli anni Sessanta presente tra le
deleghe del governo cittadino stabiese, come un qualcosa di meramente formale,
da scrivere sulla carta e al massimo sul sito istituzionale; pertanto un
fastidio inutile da eliminare, da abrogare senza pensarci due volte.Non ci sono
altre spiegazioni, se non l’intenzionalità in malafede. In ogni caso, chiunque
sia stato e per qualsiasi motivo abbia preso fa tale decisione due anni fa, ha
commesso un errore imperdonabile ma per fortuna non irrimediabile. E’ ancora
possibile ripristinare la delega alla Pace, un atto che resterebbe un qualcosa
di meramente formale ma allo stesso tempo, se adeguatamente attivato,
fortemente simbolico ed esemplificativo per la cittadinanza.>>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18213844184595652046noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1486675944155143915.post-23127500840716121902015-01-06T10:40:00.001-08:002015-01-06T10:40:27.130-08:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmtF0UyHreICqid3Y4DAo1SzoUl9JRtpjpObdkUuGxo4AMaL_mqyF3P8ZvMWEmbfjLTWR4uCyW9HA_s_vzTs4iJaRVNgIo5UcU3Bl2NWu8-NQB644oJm2Nhun58qEFAbB7yjf2fsJADoM/s1600/daniele-troisi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmtF0UyHreICqid3Y4DAo1SzoUl9JRtpjpObdkUuGxo4AMaL_mqyF3P8ZvMWEmbfjLTWR4uCyW9HA_s_vzTs4iJaRVNgIo5UcU3Bl2NWu8-NQB644oJm2Nhun58qEFAbB7yjf2fsJADoM/s1600/daniele-troisi.jpg" height="218" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<b>Ciao Pino...</b><br />
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/18213844184595652046noreply@blogger.com0