Credo che questa nostra terra, sopratutto di questi tempi, debba trarre spunto dall'esempio semplice di Placido. A lui, e a tutti coloro i quali ci hanno ricordato l'orgoglio di essere geneticamente antimafiosi, dobbiamo ispirarci se vogliamo liberarci da mafia e corruzione che tolgono il fiato alla nostra gente. A lui, e a tutti quelli che Cosa nostra e le altre organizzazioni mafiose hanno vigliaccamente ucciso, siamo debitori e per loro dobbiamo continuare incessantemente la lotta di liberazione da ogni forma di schiavitù, di oppressione, di non-democrazia. Ma tocca ritrovare la via della semplicità, dell'autenticità. Tocca sbracciarsi e piantare i piedi per terra per abbracciare nuovamente quelle zolle che ancora odorano di sangue innocente per non dimenticare quel sacrificio. Bisogna farlo presto e farlo bene e dare risposte concrete alla gente che non riesce più a sopravvivere e che ingrossa le fila del consenso alle mafie che offrono lavoro e risolvono i più elementari problemi. Ci riusciremo soltanto se ritroveremo la forza che ci manca e se sapremo cercarla nella Costituzione, nella Repubblica, nello Stato; proprio come facevano Placido ed i nostri nonni, gente libera. Evviva Corleone, evviva la Sicilia, evviva l'Italia.
Umberto Di Maggio, Libera Sicilia contro le mafie, 10 Marzo 2015