Castellammare di Stabia. Presentati i progetti Pirap, pronti
tre interventi di riqualificazione nella zona di Quisisana.
Il sindaco Nicola Cuomo e l’assessore Alessio D’Auria hanno
presentato tre interventi di riqualificazione dell'Acquedotto borbonico, della
Chiesa Maddalena a Quisisana e della sorgente di San Bartolomeo previsti
nell'ambito dei programmi europei PIRAP finanziati con copertura regionale.
I PIRAP (Progetti Integrati Rurali per le Aree Protette)
rappresentano uno strumento attraverso
cui la Regione Campania ha provato a dare risposte organiche alle esigenze
delle aree di interesse naturalistico-paesaggistico, disegnando un percorso di
sviluppo locale sostenibile, centrato sulla valorizzazione delle risorse del
territorio a partire da quelle agricole e sorretto da una coniugazione
integrata di tutti i fondi disponibili (FERS, FSE e PSR) in un unico strumento
di intervento sostenuto da una condivisione degli obiettivi e delle azioni da
tutti i soggetti pubblici locali. I
progetti integrati rurali per le aree protette, dunque, sono finalizzati
all’adeguamento delle dotazioni infrastrutturali del territorio, al miglioramento
della fruibilità dei servizi essenziali alle popolazioni locali, alla
diffusione delle tecnologie di comunicazione ed informazione, alla prevenzione
dei rischi ambientali nel quadro della valorizzazione naturalistica e paesaggistica
del territorio. In tale scenario ne consegue che le aree di riferimento per
l’attuazione dei PIRAP sono le Aree Parco. A Castellammare di Stabia questi progetti
furono presentati per la prima volta nel lontano 2009 per poi essere presentati
nel giugno del 2012 dall’allora sindaco Luigi Bobbio e hanno continuato il loro
iter tecnico-burocratico fino ad approdare alla conferenza stampa di
presentazione dello scorso 10 dicembre, svoltasi al Palazzetto del Mare, a cui
oltre all’attuale primo cittadino e all’assessore competente hanno partecipato
anche Giuseppe Guida presidente del Parco dei Monti Lattari e Luigi Sicignano
soggetto attuatore Pirap Regione Campania.
Il presidente Guida ha dichiarato: «Il Pirap nel
caso di Castellammare è stata una procedura fortunata perché nel resto della
Campania non ha avuto un grosso riscontro. Si è trattato di una partecipazione
concordata tra i comuni compresi nell’area del parco dei Monti Lattari. Sono
interventi isolati ma speriamo che nella prossima programmazione ci sia la
possibilità di inserire nuovi interventi capaci di portare valore aggiunto
all’economia e ai territori del parco». A seguire l’intervento
del funzionario regionale Luigi Sicignano, che precisa: «Come
soggetti attuatori della Regione Campania abbiamo avuto l’onere di istruire i
progetti nell’ambito Pirap Monti Lattari. Tali interventi si connotano di una
precisa strategia di partenza, si è cercato di effettuare un tavolo di
partenariato tra gli enti pubblici creando sinergia al fine di preservare le
aree protette della penisola sorrentina. I soggetti pubblici ricadenti
all’interno di aree protette hanno effettuato accordi di programma con la
regione Campania. Castellammare nel 2009 ha presentato tre progetti , di buona
qualità, tutti approvati. Ormai siamo alle fasi finali, siamo prossimi
all’affidamento dei lavori, si spera che dal mese di giugno in poi dovrebbero
essere conclusi i lavori di tre nuovi siti ammodernati e rivalorizzati». L’assessore comunale all’urbanistica Alessio D’Auria ha
illustrato i progetti nel dettaglio: «Per quanto riguarda
la piazzetta della Chiesa della Maddalena a Quisisana, l’intervento prevede il
rifacimento completo della pavimentazione (attualmente in conglomerato
bituminoso) che verrà realizzata in basolato com’era in origine (circa 200 mq);
saranno poi ristrutturati i muri in tufo che delimitano l’area; sarà realizzato
un ramo fognario nuovo (fecale e pluviale) e la piazzetta sarà arredata con 10
nuovi pali di pubblica illuminazione. Per la sorgente di San Bartolomeo è
prevista la pulizia dell’alveo del rivo San Pietro comprendente la rimozione dei rifiuti vari sversati
nell’alveo e lungo i sentieri; l’installazione di una staccionata di protezione
e di pannelli segnaletici con cartelli illustrativi sui cenni storici. Infine
il progetto per la il recupero del
sentiero dell’ acquedotto borbonico a Monte Coppola e del ponticello sul
rivo San Pietro con la rimozione della pavimentazione in
getto di cemento esistente sul sentiero e formazione di una strada in terra
battuta; manutenzione e pulizia del paramento murario del ponticello; la messa
in opera di ringhiere per delimitare il sentiero, realizzate con pali di legno
legati tra di loro, ed ancorate al suolo».
Circa sei anni per approvare e poi eseguire tre progetti di non lieve entità economica (
circa 450mila euro).
I fondi ci sono, sono stanziati, ma impiegano anni per
essere utilizzati, gli step burocratici sono tanti, troppi.
Anche quando un progetto è eseguito sorge un altro problema,
ancor più demoralizzante, quello del degrado che colpisce le aree faticosamente
riqualificate dopo anni di delibere, conferenze e promesse.
«La
nostra amministrazione sta puntando molto sul recupero del parco di Quisisana,
siamo particolarmente affezionati a questi progetti che rientrano in un’area
importante per la storia di Castellammare. Mi auguro che i cittadini sappiano
preservare questi luoghi. Dobbiamo rafforzare il senso della collettività e
della responsabilità Bisognerebbe avere maggiore cura del bene pubblico. Spero
che questo messaggio di tutelare i beni comuni sia diffuso tra i cittadini. Non
sono più tollerabili gli scarichi abusivi i cui costi di raccolta pesano sulla
collettività. Non possiamo mettere vigili urbani in ogni punto della città,
dobbiamo rafforzare il senso civico degli stabiesi» ha
dichiarato infine il sindaco Nicola Cuomo.
Certamente è impensabile mettere vigili urbani dietro
l’angolo di ogni strada della città, ma è ancora più utopico affidarsi alla
buona volontà dei cittadini “onesti”. Non siamo a Berna, e chi va a scaricare i
rifiuti non ha l’aplomb britannico. Certa gente non va semplicemente
sensibilizzata, né fermata dai cittadini, chi violenta le aree del nostro
patrimonio storico-naturalistico va fermato nel rispetto della legge senza se e
senza ma, con gli strumenti che la stessa mette a disposizione. E’
indiscutibile la necessità di un risveglio della coscienza collettiva a tutela
dei beni comuni ma allo stesso tempo non si può pensare di sostituire le forze
dell’ordine nel controllo del territorio. Questi tre progetti potrebbero
rappresentare piccoli ma importanti passi in avanti nel recupero di un’area
preziosa come quella di Quisisana, ma non bastano, non possono bastare. Occorre
riappropriarsi di quelle zone con iniziative quotidiane di promozione e con un
controllo efficace. Non siamo ai tempi dei Borbone che per dirigersi alla
Reggia salivano dal centro della città con le carrozze, oggi esistono le
automobili ed in pochi minuti le volanti della polizia municipale, dei carabinieri,
della polizia, del corpo forestale ( magari coordinati dall’Ente Parco?) potrebbero
presidiare a turno i boschi e l’area di Quisisana ripetutamente in balia del
degrado e degli scarichi di rifiuti.
Carmine iovine
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