lunedì 29 giugno 2015
sabato 27 giugno 2015
Si ribellò al pizzo e fu ucciso dai casalesi. Il ricordo di Mario Diana
In Repubblica.it
di Raffaele Sardo
http://napoli.repubblica.it/cronaca/2015/06/27/news/si_ribello_al_pizzo_e_fu_ucciso_dai_casalesi_il_ricordo_di_mario_diana-117840258/
Due colpi di un fucile semiautomatico calibro 12. Il primo lo raggiunge al torace. L'altro alla tempia quando è già a terra ferito. E' la mattina del 26 giugno del 1985, trent'anni fa. Mario Diana, piccolo imprenditore del settore dei trasporti, 49 anni, viene ucciso nella piazza di Casapesenna, davanti all'ingresso del "Bar Oreste", pochi attimi prima di varcare la soglia dell'esercizio pubblico. A sparare, un commando di killer della camorra casalese, composta da un giovanissimo Antonio Iovine, Giuseppe Quadrano (il killer di Don Peppe Diana) e Dario De Simone. Oggi tutti collaboratori di giustizia. Mario Diana doveva pagare il suo rifiuto di sottostare al pizzo imposto dai clan. Il suo gesto poteva essere contagioso.
Il coraggioso imprenditore di Casapesenna, è stato ricordato con una messa in suffragio celebrata dal Vescovo di Caserta, monsignor Giovanni D'Alise, nella Chiesa Cattedrale, stracolma di gente. A promuovere la giornata in ricordo di Mario Diana, la famiglia, la "Fondazione Mario Diana onlus" la "Fondazione Polis", "Libera", e il "Coordinamento Campano dei Familiari delle Vittime Innocenti della criminalità".
"Quel giorno di trent'anni anni fa ancora lo ricordo come se fosse ieri - dice con gli occhi lucidi Antonio Diana, uno dei figli di Mario, oggi affermato imprenditore del settore della plastica insieme al fratello gemello Nicola - Ricordo lo smarrimento, la solitudine di quelle prime ore, una società malata che ci aveva tolto un padre, un marito, un fratello. Per vent'anni non abbiamo avuto nessuna risposta sul perché dell'omicidio. Poi è intervenuta la giustizia umana che almeno ha fatto chiarezza sul movente e ha individuati gli assassini materiali".
"Questo nostro fratello imprenditore, ucciso perché ha voluto essere libero - ha detto il vescovo di Caserta, monsignor D'Alise, durante l'omelia - ha sentito di rispondere a Dio nel richiamo della sua coscienza e non si è piegato, pagando con la vita questa sua scelta. Ma è quello che hanno fatto anche i martiri. Hanno pagato con la vita la testimonianza della verità".
In prima fila i quattro figli di Mario Diana, Teresa, Antonio, Nicola, Luisa e la moglie Antonietta. Tra i banchi tanti familiari di vittime innocenti della camorra, Augusto di Meo, testimone dell'omicidio di don Diana, i vertici delle forze dell'ordine, esponenti di Confindustria, di Camera di Commercio e tantissimi semplici cittadini.
"Papà ci manca come se fosse il primo giorno - dice Nicola Diana - Ma sono contento perché il suo sogno, insieme con le sue idee, è andato avanti e, in parte, è diventato realtà". "Oggi come allora - afferma emozionata Teresa Diana, la primogenita - Mi piace ricordarlo con la sua mano che mi stringe come il più prezioso dei tesori".
La commemorazione di Mario Diana continuerà il 16 luglio alle 21.00, al Belvedere di San Leucio (Caserta), con uno spettacolo gratuito dell'attore Alessandro Preziosi, che leggerà alcuni brani estratti da "Le Confessioni di Sant'Agostino".
di Raffaele Sardo
http://napoli.repubblica.it/cronaca/2015/06/27/news/si_ribello_al_pizzo_e_fu_ucciso_dai_casalesi_il_ricordo_di_mario_diana-117840258/
Due colpi di un fucile semiautomatico calibro 12. Il primo lo raggiunge al torace. L'altro alla tempia quando è già a terra ferito. E' la mattina del 26 giugno del 1985, trent'anni fa. Mario Diana, piccolo imprenditore del settore dei trasporti, 49 anni, viene ucciso nella piazza di Casapesenna, davanti all'ingresso del "Bar Oreste", pochi attimi prima di varcare la soglia dell'esercizio pubblico. A sparare, un commando di killer della camorra casalese, composta da un giovanissimo Antonio Iovine, Giuseppe Quadrano (il killer di Don Peppe Diana) e Dario De Simone. Oggi tutti collaboratori di giustizia. Mario Diana doveva pagare il suo rifiuto di sottostare al pizzo imposto dai clan. Il suo gesto poteva essere contagioso.
Il coraggioso imprenditore di Casapesenna, è stato ricordato con una messa in suffragio celebrata dal Vescovo di Caserta, monsignor Giovanni D'Alise, nella Chiesa Cattedrale, stracolma di gente. A promuovere la giornata in ricordo di Mario Diana, la famiglia, la "Fondazione Mario Diana onlus" la "Fondazione Polis", "Libera", e il "Coordinamento Campano dei Familiari delle Vittime Innocenti della criminalità".
"Quel giorno di trent'anni anni fa ancora lo ricordo come se fosse ieri - dice con gli occhi lucidi Antonio Diana, uno dei figli di Mario, oggi affermato imprenditore del settore della plastica insieme al fratello gemello Nicola - Ricordo lo smarrimento, la solitudine di quelle prime ore, una società malata che ci aveva tolto un padre, un marito, un fratello. Per vent'anni non abbiamo avuto nessuna risposta sul perché dell'omicidio. Poi è intervenuta la giustizia umana che almeno ha fatto chiarezza sul movente e ha individuati gli assassini materiali".
"Questo nostro fratello imprenditore, ucciso perché ha voluto essere libero - ha detto il vescovo di Caserta, monsignor D'Alise, durante l'omelia - ha sentito di rispondere a Dio nel richiamo della sua coscienza e non si è piegato, pagando con la vita questa sua scelta. Ma è quello che hanno fatto anche i martiri. Hanno pagato con la vita la testimonianza della verità".
In prima fila i quattro figli di Mario Diana, Teresa, Antonio, Nicola, Luisa e la moglie Antonietta. Tra i banchi tanti familiari di vittime innocenti della camorra, Augusto di Meo, testimone dell'omicidio di don Diana, i vertici delle forze dell'ordine, esponenti di Confindustria, di Camera di Commercio e tantissimi semplici cittadini.
"Papà ci manca come se fosse il primo giorno - dice Nicola Diana - Ma sono contento perché il suo sogno, insieme con le sue idee, è andato avanti e, in parte, è diventato realtà". "Oggi come allora - afferma emozionata Teresa Diana, la primogenita - Mi piace ricordarlo con la sua mano che mi stringe come il più prezioso dei tesori".
La commemorazione di Mario Diana continuerà il 16 luglio alle 21.00, al Belvedere di San Leucio (Caserta), con uno spettacolo gratuito dell'attore Alessandro Preziosi, che leggerà alcuni brani estratti da "Le Confessioni di Sant'Agostino".
Raccolta differenziata, la Sicilia è ultima. Il 93% dei rifiuti finisce in discarica
in "Il Mattino di Sicilia"
27 giugno 2015
Sicilia ultima regione in Italia per raccolta differenziata pro-capite. Il 93% dei rifiuti viene ancora smaltito in discarica, a fronte di una media nazionale del 37%. Lo si e’ ribadito a Palermo nel corso del convegno “Il sistema di gestione integrata dei rifiuti nel Mezzogiorno”. Secondo Filippo Bernocchi, delegato Anci per energia e rifiuti, tra i relatori, “Una questione di assoluta rilevanza, nel distacco ancora esistente tra Nord e Sud in materia di gestione dei rifiuti, e’ sicuramente la carenza impiantistica nelle regioni del Mezzogiorno”. Cio’, ha rilevato, “comporta un danno per l’ambiente e mette in serio rischio la disponibilita’ di risorse”, mentre si trascura “il potenziale insito nel miglioramento del sistema di gestione integrata e’ anche di tipo economico”. Bernocchi ha fatto il caso della Sicilia, dove i corrispettivi erogati dai Consorzi di filiera del Conai nel 2014, sono solo il 2,48% del totale nazionale. “Se si incrementasse la quantita’ di raccolta, sulla scia delle regioni del Nord, e si riuscisse a raggiungere una totale copertura della popolazione -secondo il delegato Anci- i corrispettivi destinati alla Sicilia raggiungerebbero idealmente il 670%, circa 75 milioni di euro al posto degli attuali 9,8″.
27 giugno 2015
Sicilia ultima regione in Italia per raccolta differenziata pro-capite. Il 93% dei rifiuti viene ancora smaltito in discarica, a fronte di una media nazionale del 37%. Lo si e’ ribadito a Palermo nel corso del convegno “Il sistema di gestione integrata dei rifiuti nel Mezzogiorno”. Secondo Filippo Bernocchi, delegato Anci per energia e rifiuti, tra i relatori, “Una questione di assoluta rilevanza, nel distacco ancora esistente tra Nord e Sud in materia di gestione dei rifiuti, e’ sicuramente la carenza impiantistica nelle regioni del Mezzogiorno”. Cio’, ha rilevato, “comporta un danno per l’ambiente e mette in serio rischio la disponibilita’ di risorse”, mentre si trascura “il potenziale insito nel miglioramento del sistema di gestione integrata e’ anche di tipo economico”. Bernocchi ha fatto il caso della Sicilia, dove i corrispettivi erogati dai Consorzi di filiera del Conai nel 2014, sono solo il 2,48% del totale nazionale. “Se si incrementasse la quantita’ di raccolta, sulla scia delle regioni del Nord, e si riuscisse a raggiungere una totale copertura della popolazione -secondo il delegato Anci- i corrispettivi destinati alla Sicilia raggiungerebbero idealmente il 670%, circa 75 milioni di euro al posto degli attuali 9,8″.
Castellammare - Balneabilità e spiagge, ottime notizie dall'Arpac
Castellammare - Balneabilità e spiagge, ottime notizie dall'Arpac
Sono cinque le aree che hanno ricevuto l'ok.
di Federica Rispoli StabiaChannel.it
http://www.stabiachannel.it/news/index.asp?idnews=51343#.VY74yXjShqY.facebook
Balneabilità delle acque stabiesi, arrivano buone notizie dall'Arpac. Stando agli ultimi dati pubblicati sul sito dell'Agenzia Regionale, infatti, sono cinque le aree che hanno ricevuto l'ok. Oltre alla zona di Pozzano, infatti, per il secondo anno consecutivo l'Arpac ha dato parere favorevole alla spiaggia di corso Alcide De Gasperi che si trova a pochi metri dal porto turistico di Marina di Stabia e fa parte delle sue concessioni. Già lo scorso anno, però, fu data libera fruizione alla cittadinanza. Si tratta di un'area di nuova classificazione, il punto di prelievo è denominato "Sud Marina di Stabia" e l'area di balneazione va dalla bocca del porto al civico 267 di corso De Gasperi. Classificazione "buona", invece, per l'area di "Santa Maria di Pozzano" che va dal Cral militare a Porto Carello. Tre aree, infine, hanno ricevuto la classificazione "eccellente": "Arenile Pennella" (da Corderia a Cral militare), "Bagni di Pozzano" (da Porto Carello al km 12.500 della strada statale sorrentina) e "Cava di Pietra" (dal km 12.500 della strada statale sorrentina a Punta Orlando).
Sono cinque le aree che hanno ricevuto l'ok.
di Federica Rispoli StabiaChannel.it
http://www.stabiachannel.it/news/index.asp?idnews=51343#.VY74yXjShqY.facebook
Balneabilità delle acque stabiesi, arrivano buone notizie dall'Arpac. Stando agli ultimi dati pubblicati sul sito dell'Agenzia Regionale, infatti, sono cinque le aree che hanno ricevuto l'ok. Oltre alla zona di Pozzano, infatti, per il secondo anno consecutivo l'Arpac ha dato parere favorevole alla spiaggia di corso Alcide De Gasperi che si trova a pochi metri dal porto turistico di Marina di Stabia e fa parte delle sue concessioni. Già lo scorso anno, però, fu data libera fruizione alla cittadinanza. Si tratta di un'area di nuova classificazione, il punto di prelievo è denominato "Sud Marina di Stabia" e l'area di balneazione va dalla bocca del porto al civico 267 di corso De Gasperi. Classificazione "buona", invece, per l'area di "Santa Maria di Pozzano" che va dal Cral militare a Porto Carello. Tre aree, infine, hanno ricevuto la classificazione "eccellente": "Arenile Pennella" (da Corderia a Cral militare), "Bagni di Pozzano" (da Porto Carello al km 12.500 della strada statale sorrentina) e "Cava di Pietra" (dal km 12.500 della strada statale sorrentina a Punta Orlando).
Francesco Schettino: "Sono un pirata ed un signore"
di Marianna Di Nola
Il Gazzettinovesuviano.it
http://www.ilgazzettinovesuviano.com/2015/06/27/francesco-schettino-sono-un-pirata-e-un-signore/
Manco il tempo di scriverne una recensione, manco il tempo di leggerlo, che il libro di Francesco Schettino fa già parlare di sé.
Presentato in settimana a Meta di Sorrento, il tomo terrà impegnati lettori, curiosi per tutta l’estate. Alla modica cifra di 19,00 €, potremo avere tra le mani la versione di Barney, l’uomo che non ricordava di aver fatto cosa o ricordava di non aver fatto cosa.
Ebbene, il comandante della Costa Concordia, che più di due anni fa affondò la nave da crociera e con essa 32 vite, ha scritto un libro, “Le verità sommerse”, con l’ausilio della giornalista Vittoriana Abate.
Sarà stata la dedica, “a chi colpito negli affetti, perché merita di sapere la verità”, sarà stato il preambolo, “rifarei tutto, con coscienza”, sarà che fino alla condanna definitiva si è tutti innocenti, o non colpevoli, e liberi di avere una propria verità, sta di fatto che del libro se ne parla e scrive ovunque. Non tanto per il fatto che Schettino abbai scritto un libro, ormai tutti scrivono autobiografie pur non avendola una vita di cui raccontare, ma per le parole che l’ex comandante ha usato per accompagnare la presentazione dell’elaborato. Condannato dal Tribunale di Grosseto a 16 anni di reclusione per naufragio colposo, omicidio plurimo colposo, lesioni plurime colpose, abbandono di nave e di incapaci (ho dimenticato qualcosa?), l’ex comandante ci ha abituati a strambezze, basti ricordare la sua persona, ma forse personaggio, scelta per rilanciare il turismo, per tenere lezioni universitarie sulla “gestione del panico”.
Più che la necessità di diffondere il vero, pare una trovata mediatica. Più che verità sommerse, se si è detentori della verità, sarebbe stato forse opportuno titolare il libro “Le bugie galleggianti”?
Il Gazzettinovesuviano.it
http://www.ilgazzettinovesuviano.com/2015/06/27/francesco-schettino-sono-un-pirata-e-un-signore/
Manco il tempo di scriverne una recensione, manco il tempo di leggerlo, che il libro di Francesco Schettino fa già parlare di sé.
Presentato in settimana a Meta di Sorrento, il tomo terrà impegnati lettori, curiosi per tutta l’estate. Alla modica cifra di 19,00 €, potremo avere tra le mani la versione di Barney, l’uomo che non ricordava di aver fatto cosa o ricordava di non aver fatto cosa.
Ebbene, il comandante della Costa Concordia, che più di due anni fa affondò la nave da crociera e con essa 32 vite, ha scritto un libro, “Le verità sommerse”, con l’ausilio della giornalista Vittoriana Abate.
Sarà stata la dedica, “a chi colpito negli affetti, perché merita di sapere la verità”, sarà stato il preambolo, “rifarei tutto, con coscienza”, sarà che fino alla condanna definitiva si è tutti innocenti, o non colpevoli, e liberi di avere una propria verità, sta di fatto che del libro se ne parla e scrive ovunque. Non tanto per il fatto che Schettino abbai scritto un libro, ormai tutti scrivono autobiografie pur non avendola una vita di cui raccontare, ma per le parole che l’ex comandante ha usato per accompagnare la presentazione dell’elaborato. Condannato dal Tribunale di Grosseto a 16 anni di reclusione per naufragio colposo, omicidio plurimo colposo, lesioni plurime colpose, abbandono di nave e di incapaci (ho dimenticato qualcosa?), l’ex comandante ci ha abituati a strambezze, basti ricordare la sua persona, ma forse personaggio, scelta per rilanciare il turismo, per tenere lezioni universitarie sulla “gestione del panico”.
Più che la necessità di diffondere il vero, pare una trovata mediatica. Più che verità sommerse, se si è detentori della verità, sarebbe stato forse opportuno titolare il libro “Le bugie galleggianti”?
venerdì 26 giugno 2015
Cilento centro dell'Europa, 35 giovani a Rofrano per parlare di sviluppo rurale
In www.giornaledelcilento.it del 26.06.2015
http://www.giornaledelcilento.it
Trasformare una presunta periferia del Cilento, in crocevia di Europa. E’ la sfida che l’associazione Connect persegue mediante lo scambio culturale giovanile 'To (be)lieve or not to (be)leave?'. Ben 35 ragazzi, in rappresentanza di cinque Paesi europei – Albania, Croazia, Portogallo e Serbia, oltre all’Italia – si sono radunati a Rofrano per sperimentare e condividere esperienze, azioni e soluzioni sul tema dello sviluppo rurale. Un’iniziativa di dimensione europea, che realizza un progetto vagliato dall’Agenzia nazionale giovani e finanziato nell’ambito del programma “Erasmus+: Gioventù in Azione”. A partire dal 20 giugno, per dieci giorni, i giovani partecipanti sono chiamati a condividere profondamente la vita della Comunità locale, osservandone le peculiarità ed esaminandone punti di forza e di debolezza, al fine di recepire fattori di crescita individuale e sociale.
Il programma formativo si articola in una sequenza di attività interattive ispirate ai principi dell’educazione non formale. Si propone di realizzare un apprendimento pratico (learning by doing) e condiviso, diretto a alla riflessione e allo sviluppo di competenze sociali, al fine di proporre soluzioni creative per lo sviluppo delle comunità rurali, che culmineranno in uno spettacolo finale di teatro forum. La performance teatrale, organizzata dagli stessi giovani stranieri e locali, si svolgerà, nella serata di domenica 28 giugno, tra i suggestivi scenari del borgo cilentano, a suggellare la compartecipazione e lo scambio di esperienze emblematiche, coerenti con i valori europei.
La tradizione inaugurata dal Comune, nel 2011, si rinnova, rafforzandosi grazie all’azione dell’Associazione Connect, dinamica e qualificata organizzazione con sede a Vasto, forte di una riconosciuta levatura internazionale e di un articolato curriculum progettuale nell’ambito delle politiche giovanili europee, arricchendosi di nuovi contenuti riconducibili al teatro sociale. Si tratta, infatti, per il Borgo cilentano del quarto scambio culturale giovanile. Un’esperienza che si pone come un modello di sviluppo rurale. L’inclusione, la cooperazione, la solidarietà, la coesione sociale rappresentano antidoti formidabili avverso spopolamento, suscettibili di essere innescati e consolidati a partire dalle risorse umane locali, attivando processi virtuosi di crescita endogena.
«Siamo fieri che il progetto sia stato premiato. spiega Desiree Pelliccia, 27 anni, presidentessa associazione Connect, project manager e formatrice di teatro sociale - Esso declina in maniera originale i nostri principi sociali, applicandosi ad una realtà complessa, affascinante e volitiva qual è il Cilento interno. Lo scopo é praticare sviluppo rurale, rappresentando i progetti e sogni dei giovani per il proprio territorio, alimentando la discussione e la partecipazione della comunità locale attraverso la tecnica del teatro forum, una forma artistica tutta da scoprire, che mira a rendere attivo il pubblico, ad inventare "spett-attori", per esplorare, mettere in scena, analizzare e trasformare la realtà che essi stessi vivono. Per la buona riuscita dell’iniziativa - ha concluso - si è rivelato importante il contributo del Forum dei Giovani di Rofrano, partner attivo e convinto. Ringraziamo di cuore il Presidente Cavallo e tutti i giovani di Rofrano, padroni di casa. Ringraziamo anche il Comune che ha messo a disposizione della nostra Associazione locali e attrezzature».
«Abbiamo riadattato l’adagio shakesperiano per porre al centro del dibattito politico e civile nazionale, il tema delle aree interne e dello spopolamento, sollecitando una mobilitazione che conti sul protagonismo dei giovani e su uno spirito open mind. - ha detto Toni Viterale, 32 anni, associazione Connect ed ex sindaco di Rofrano - Sono queste le leve irrinunciabili per dare voce al nostro territorio, in tutto il mondo. Rofrano, inspiegabilmente, è stata estromessa dalla Strategia Nazionale per le aree interne, nell’indifferenza di gran parte degli attori politici locali. Un triste e grottesco paradosso, per una Comunità che merita ben altre prerogative e attenzioni. Ricerchiamo e sperimentiamo, così, antidoti contro la piaga dello spopolamento, a partire dalle persone, dalle singole coscienze e dalla loro azione, individuando e realizzando un modello di bio-turismo, suscettibile di essere replicato, fondato sulle relazioni umane e sulla valorizzazione del patrimonio immobiliare sottoutilizzato, secondo la logica dell’albergo diffuso».
«Ce l’abbiamo fatta, anche questa volta. - ha aggiunto Enrico Elefante, 29 anni, associazione Connect, project manager e facilitatore - Ottenere l’approvazione di un progetto, che sposa ed attua una visione di sviluppo locale richiede competenza e sinergia. Ancora una volta, la presenza dei giovani volontari, pronti a scatenare creatività e innovazione, contribuisce ad accendere le idee e la voglia di crescere e vivere in questo caro angolo di mondo. L’impatto, in termini culturali, sociali, umani ed anche economici è notevole, ve lo posso assicurare». E Ana Jovanovic, 31 anni, presidente di Osmeh, project manager e facilitatrice ha concluso: «L’associazione Osmeh è il partner serbo di questa splendida iniziativa, al pari degli albanesi di Beyond barriers, dei portoghesi di Geoclube e dei croati di Mladi za Marof. Sono fiera di aver contribuito, negli anni, a dimostrare che anche un piccolo centro come Rofrano può offrire opportunità ai giovani europei, raccontandosi al di la dei suoi angusti confini ed ergendosi ad agorà continentale e fucina di idee. Rofrano è stato ed è un laboratorio di confronto e di pace per i giovani balcanici, capaci di sconfiggere i fantasmi della guerra».
link: /it/25_06_2015_cilento_centro_dell_europa_35_giovani_a_rofrano_per_parlare_di_sviluppo_rurale_30801.html#.VY2GoEZYzQe
http://www.giornaledelcilento.it
Trasformare una presunta periferia del Cilento, in crocevia di Europa. E’ la sfida che l’associazione Connect persegue mediante lo scambio culturale giovanile 'To (be)lieve or not to (be)leave?'. Ben 35 ragazzi, in rappresentanza di cinque Paesi europei – Albania, Croazia, Portogallo e Serbia, oltre all’Italia – si sono radunati a Rofrano per sperimentare e condividere esperienze, azioni e soluzioni sul tema dello sviluppo rurale. Un’iniziativa di dimensione europea, che realizza un progetto vagliato dall’Agenzia nazionale giovani e finanziato nell’ambito del programma “Erasmus+: Gioventù in Azione”. A partire dal 20 giugno, per dieci giorni, i giovani partecipanti sono chiamati a condividere profondamente la vita della Comunità locale, osservandone le peculiarità ed esaminandone punti di forza e di debolezza, al fine di recepire fattori di crescita individuale e sociale.
Il programma formativo si articola in una sequenza di attività interattive ispirate ai principi dell’educazione non formale. Si propone di realizzare un apprendimento pratico (learning by doing) e condiviso, diretto a alla riflessione e allo sviluppo di competenze sociali, al fine di proporre soluzioni creative per lo sviluppo delle comunità rurali, che culmineranno in uno spettacolo finale di teatro forum. La performance teatrale, organizzata dagli stessi giovani stranieri e locali, si svolgerà, nella serata di domenica 28 giugno, tra i suggestivi scenari del borgo cilentano, a suggellare la compartecipazione e lo scambio di esperienze emblematiche, coerenti con i valori europei.
La tradizione inaugurata dal Comune, nel 2011, si rinnova, rafforzandosi grazie all’azione dell’Associazione Connect, dinamica e qualificata organizzazione con sede a Vasto, forte di una riconosciuta levatura internazionale e di un articolato curriculum progettuale nell’ambito delle politiche giovanili europee, arricchendosi di nuovi contenuti riconducibili al teatro sociale. Si tratta, infatti, per il Borgo cilentano del quarto scambio culturale giovanile. Un’esperienza che si pone come un modello di sviluppo rurale. L’inclusione, la cooperazione, la solidarietà, la coesione sociale rappresentano antidoti formidabili avverso spopolamento, suscettibili di essere innescati e consolidati a partire dalle risorse umane locali, attivando processi virtuosi di crescita endogena.
«Siamo fieri che il progetto sia stato premiato. spiega Desiree Pelliccia, 27 anni, presidentessa associazione Connect, project manager e formatrice di teatro sociale - Esso declina in maniera originale i nostri principi sociali, applicandosi ad una realtà complessa, affascinante e volitiva qual è il Cilento interno. Lo scopo é praticare sviluppo rurale, rappresentando i progetti e sogni dei giovani per il proprio territorio, alimentando la discussione e la partecipazione della comunità locale attraverso la tecnica del teatro forum, una forma artistica tutta da scoprire, che mira a rendere attivo il pubblico, ad inventare "spett-attori", per esplorare, mettere in scena, analizzare e trasformare la realtà che essi stessi vivono. Per la buona riuscita dell’iniziativa - ha concluso - si è rivelato importante il contributo del Forum dei Giovani di Rofrano, partner attivo e convinto. Ringraziamo di cuore il Presidente Cavallo e tutti i giovani di Rofrano, padroni di casa. Ringraziamo anche il Comune che ha messo a disposizione della nostra Associazione locali e attrezzature».
«Abbiamo riadattato l’adagio shakesperiano per porre al centro del dibattito politico e civile nazionale, il tema delle aree interne e dello spopolamento, sollecitando una mobilitazione che conti sul protagonismo dei giovani e su uno spirito open mind. - ha detto Toni Viterale, 32 anni, associazione Connect ed ex sindaco di Rofrano - Sono queste le leve irrinunciabili per dare voce al nostro territorio, in tutto il mondo. Rofrano, inspiegabilmente, è stata estromessa dalla Strategia Nazionale per le aree interne, nell’indifferenza di gran parte degli attori politici locali. Un triste e grottesco paradosso, per una Comunità che merita ben altre prerogative e attenzioni. Ricerchiamo e sperimentiamo, così, antidoti contro la piaga dello spopolamento, a partire dalle persone, dalle singole coscienze e dalla loro azione, individuando e realizzando un modello di bio-turismo, suscettibile di essere replicato, fondato sulle relazioni umane e sulla valorizzazione del patrimonio immobiliare sottoutilizzato, secondo la logica dell’albergo diffuso».
«Ce l’abbiamo fatta, anche questa volta. - ha aggiunto Enrico Elefante, 29 anni, associazione Connect, project manager e facilitatore - Ottenere l’approvazione di un progetto, che sposa ed attua una visione di sviluppo locale richiede competenza e sinergia. Ancora una volta, la presenza dei giovani volontari, pronti a scatenare creatività e innovazione, contribuisce ad accendere le idee e la voglia di crescere e vivere in questo caro angolo di mondo. L’impatto, in termini culturali, sociali, umani ed anche economici è notevole, ve lo posso assicurare». E Ana Jovanovic, 31 anni, presidente di Osmeh, project manager e facilitatrice ha concluso: «L’associazione Osmeh è il partner serbo di questa splendida iniziativa, al pari degli albanesi di Beyond barriers, dei portoghesi di Geoclube e dei croati di Mladi za Marof. Sono fiera di aver contribuito, negli anni, a dimostrare che anche un piccolo centro come Rofrano può offrire opportunità ai giovani europei, raccontandosi al di la dei suoi angusti confini ed ergendosi ad agorà continentale e fucina di idee. Rofrano è stato ed è un laboratorio di confronto e di pace per i giovani balcanici, capaci di sconfiggere i fantasmi della guerra».
link: /it/25_06_2015_cilento_centro_dell_europa_35_giovani_a_rofrano_per_parlare_di_sviluppo_rurale_30801.html#.VY2GoEZYzQe
giovedì 25 giugno 2015
Gragnano: Un altro tecnico in giunta,
De Rosa sostituito da Bernardo
De Rosa: «I modi e i tempi della
revoca li ritengo assolutamente errati ed inappropriati»
Il sindaco
Cimmino ha revocato Francescopaolo De Rosa dal suo incarico e, salvo colpi di
scena, sarà sostituito dall’ingegnere Michele Bernardo, proveniente da “Gragnano
Insieme”, stesso gruppo politico dell’ormai ex assessore alle politiche del
lavoro. Praticamente un rimpasto in un bicchier d’acqua e chi parlava del cambio
di più assessori si è trovato a dover commentare un mini rimpasto, o meglio, un
vero e proprio rimpasto ad personam che finora ha colpito solo De Rosa, reo,
secondo le malelingue bene informate, soprattutto di non aver sostenuto, alle
regionali, il candidato indicato da un ordine di scuderia della propria
maggioranza. Una strategia elettorale quella del De Rosa, sempre che i rumors
saranno confermati, che gli è costata la poltrona da assessore, occupata
presumibilmente da Bernardo, fino a qualche tempo fa suo fidato alleato nel
gruppo di “Gragnano insieme”. Una scelta, quella di revocare l’incarico ad una sola
testa, che potrebbe costare caro alla stessa amministrazione, che si inserirebbe
un nuovo tecnico, il quale dovrebbe occuparsi dei lavori pubblici in un
probabile rimpasto degli incarichi in giunta, ma d’altronde lo farebbe a
discapito di un assessore molto apprezzato da una parte consistente della
cittadinanza. De Rosa in questi mesi ha aperto le porte del municipio ai cittadini,
che hanno trovato in lui la novità di un’amministrazione più disponibile alle
loro istanze, un esempio raro dalle parti di via Vittorio Veneto. Importante il
ruolo svolto dal De Rosa anche nella partita per il progetto di inserimento
occupazionale di “Garanzia Giovani”, che peraltro ha visto il comune di
Gragnano come uno dei più attivi in Campania. Di sicuro, dunque, non si
tratterebbe di una bocciatura sull’operato e se, a conferma delle malelingue,
questa revoca avesse delle motivazioni meramente politiche, pardon elettorali,
potrebbe invero trattarsi di un vero e proprio autogol, perché l’ingresso del Bernardo potrebbe ridurre una
già delicata stabilità politica all’interno della maggioranza consiliare. Una
situazione che se letta dall’esterno potrebbe sembrare molto meno drastica di
quello che sembra: un esponente della stessa compagine politica, “Gragnano
insieme”, che ne sostituisce un altro, farebbe in effetti presupporre ad un
premeditato e condiviso cambio di poltrone. In realtà è tutt’altro che così, lo
strappo è stato forte, anzi fortissimo e basta leggere le parole dello stesso De Rosa per capirlo:
«Fino alle ore 10.30 di domenica 21 Giugno scorso Paolo Cimmino, nonostante i
nostri quotidiani incontri presso la sede comunale, mai mi aveva fatto menzione
della urgente necessità di una rivisitazione dell’assetto giuntale. Appresa la
sua volontà di revocarmi in favore di un altro membro della lista “Gragnano
Insieme” di cui sono stato presentatore per la competizione elettorale
amministrativa del 2014, sono scattati in me due moti: la delusione personale e
al contempo l’orgoglio per aver messo al servizio della collettività una
professionalità diversa dalla mia, di cui l’attuale amministrazione riconosce
di non poter fare a meno. Detto ciò, i modi e i tempi della decisione li
ritengo assolutamente errati ed inappropriati. Sembra che chi ha architettato
tale incomprensibile rimpasto ad personam, pur avendo alle spalle una carriera
politica ultraventennale, non abbia affatto preso in considerazione lo
spartiacque del 26 Giugno 2015, data in cui la Corte di Appello di Napoli è
chiamata ad esprimersi sull’ineleggibilità del Cimmino». Lo strappo, anche se
negli ultimi giorni era nell’aria, ha lasciato perplessi molti cittadini, a
cominciare, ovviamente, dagli stessi simpatizzanti di “Gragnano insieme” che,
sull’omonimo gruppo fb, hanno scritto numerosi commenti di solidarietà
indirizzati al De Rosa. A dire il vero girerebbe anche un’altra versione dei
fatti, più formale e politicamente meno inciuciona: il mini rimpasto sarebbe
motivato, in realtà, dalla necessità di inserire un nuovo e più forte tecnico,
in attesa di una molto probabile sentenza di ineleggibilità del sindaco che
spingerebbe Gragnano sull’orlo di una impasse di potere, la quale
necessiterebbe della guida forte di uno staff di tecnici, guidati dal
vicesindaco Vitale. In ogni caso se il verdetto di ineleggibilità, sancito in
primo grado, venisse confermato, alla rinnovata giunta resterebbero poco più di
sei o sette mesi, al netto delle vacanze estive, prima del ritorno alle urne.
In questo breve lasso di tempo il pur capace nuovo assessore ai lavori pubblici
poco potrebbe fare, salvo l’uso di bacchette magiche. Questa seconda versione
sembrerebbe più logica ma meno realistica, come lascia intendere lo stesso De
Rosa: «Vista la necessità di ricorrere alle competenze della persona che poi mi
ha sostituito, ho suggerito al Cimmino di creare ad hoc lo staff del sindaco
tenuto conto che una sua eventuale decadenza non avrebbe inficiato l’organo
dello Staff come nei fatti già avviene nel Comune di Salerno in cui, benché De
Luca sia decaduto da Sindaco, i membri dello staff da lui nominato sono ancora
pienamente operativi. Anche questa soluzione, però, mi è stata respinta. Chiedo
a voi cittadini ed elettori: cosa avreste pensato al mio posto ? I Gragnanesi
hanno bisogno urgente della competenza tecnica del neoassessore o la cerchia
ristretta dei politici ultraventennali che oggi guida l’amministrazione di
Gragnano ha bisogno di liberarsi di Francesco De Rosa ? Io ho la mia risposta,
voi scegliete la vostra…». Altra questione che potrebbe aprirsi, infine, è
quella che concerne il presunto conflitto di interessi che coinvolgerebbe il
nuovo assessore Bernardo. La moglie del Bernardo è infatti G.G. ingegnere
presso l’azienda edile Edil Gue.So., azienda attualmente in controversia
con il comune di Gragnano per l’annosa questione inerente il progetto della
villa comunale nell’area dell’ex scalo ferroviario, i cui lavori sono stati
sospesi per problemi burocratici. Il comune di Gragnano è stato condannato in
primo grado al pagamento di 135 mila euro in favore della Edil Gue.So. azienda
in cui la G.G. non sarebbe una semplice impiegata, trattandosi infatti dell’azienda
di famiglia. Non sarebbero da escludersi
profili di conflitto d’interesse, considerando che si avrebbe un
soggetto cotitolare di un’azienda edile in controversia giudiziale con lo
stesso comune di cui il congiunto è assessore ai lavori pubblici, ma questa è
un’altra storia…forse.
carmine iovine
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