In Repubblica.it
di Raffaele Sardo
http://napoli.repubblica.it/cronaca/2015/06/27/news/si_ribello_al_pizzo_e_fu_ucciso_dai_casalesi_il_ricordo_di_mario_diana-117840258/
Due colpi di un fucile semiautomatico
calibro 12. Il primo lo raggiunge al torace. L'altro alla tempia quando è
già a terra ferito. E' la mattina del 26 giugno del 1985, trent'anni
fa. Mario Diana, piccolo imprenditore del settore dei trasporti, 49
anni, viene ucciso nella piazza di Casapesenna, davanti all'ingresso del
"Bar Oreste", pochi attimi prima di varcare la soglia dell'esercizio
pubblico. A sparare, un commando di killer della camorra casalese,
composta da un giovanissimo Antonio Iovine, Giuseppe Quadrano (il killer
di Don Peppe Diana) e Dario De Simone. Oggi tutti collaboratori di
giustizia. Mario Diana doveva pagare il suo rifiuto di sottostare al
pizzo imposto dai clan. Il suo gesto poteva essere contagioso.
Il coraggioso imprenditore di Casapesenna, è stato ricordato con una
messa in suffragio celebrata dal Vescovo di Caserta, monsignor Giovanni
D'Alise, nella Chiesa Cattedrale, stracolma di gente. A promuovere la
giornata in ricordo di Mario Diana, la famiglia, la "Fondazione Mario
Diana onlus" la "Fondazione Polis", "Libera", e il "Coordinamento
Campano dei Familiari delle Vittime Innocenti della criminalità".
"Quel giorno di trent'anni anni fa ancora lo ricordo come se fosse ieri
- dice con gli occhi lucidi Antonio Diana, uno dei figli di Mario,
oggi affermato imprenditore del settore della plastica insieme al
fratello gemello Nicola - Ricordo lo smarrimento, la solitudine di
quelle prime ore, una società malata che ci aveva tolto un padre, un
marito, un fratello. Per vent'anni non abbiamo avuto nessuna risposta
sul perché dell'omicidio. Poi è intervenuta la giustizia umana che
almeno ha fatto chiarezza sul movente e ha individuati gli assassini
materiali".
"Questo nostro fratello imprenditore, ucciso perché ha voluto essere
libero - ha detto il vescovo di Caserta, monsignor D'Alise, durante
l'omelia - ha sentito di rispondere a Dio nel richiamo della sua
coscienza e non si è piegato, pagando con la vita questa sua scelta. Ma è
quello che hanno fatto anche i martiri. Hanno pagato con la vita la
testimonianza della verità".
In prima fila i quattro figli di Mario Diana, Teresa, Antonio, Nicola,
Luisa e la moglie Antonietta. Tra i banchi tanti familiari di vittime
innocenti della camorra, Augusto di Meo, testimone dell'omicidio di don
Diana, i vertici delle forze dell'ordine, esponenti di Confindustria,
di Camera di Commercio e tantissimi semplici cittadini.
"Papà ci manca come se fosse il primo giorno - dice Nicola Diana - Ma
sono contento perché il suo sogno, insieme con le sue idee, è andato
avanti e, in parte, è diventato realtà".
"Oggi come allora - afferma emozionata Teresa Diana, la primogenita -
Mi piace ricordarlo con la sua mano che mi stringe come il più
prezioso dei tesori".
La commemorazione di Mario Diana continuerà il 16 luglio alle 21.00, al
Belvedere di San Leucio (Caserta), con uno spettacolo gratuito
dell'attore Alessandro Preziosi, che leggerà alcuni brani estratti da
"Le Confessioni di Sant'Agostino".
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