di Marianna Di Nola
Il Gazzettinovesuviano.it
http://www.ilgazzettinovesuviano.com/2015/06/27/francesco-schettino-sono-un-pirata-e-un-signore/
Manco il tempo di scriverne una recensione, manco il tempo di
leggerlo, che il libro di Francesco Schettino fa già parlare di sé.
Presentato in settimana a Meta di Sorrento, il tomo terrà impegnati
lettori, curiosi per tutta l’estate. Alla modica cifra di 19,00 €,
potremo avere tra le mani la versione di Barney, l’uomo che non
ricordava di aver fatto cosa o ricordava di non aver fatto cosa.
Ebbene, il comandante della Costa Concordia, che più di due anni fa
affondò la nave da crociera e con essa 32 vite, ha scritto un libro, “Le
verità sommerse”, con l’ausilio della giornalista Vittoriana Abate.
Sarà stata la dedica, “a chi colpito negli affetti, perché merita di
sapere la verità”, sarà stato il preambolo, “rifarei tutto, con
coscienza”, sarà che fino alla condanna definitiva si è tutti innocenti,
o non colpevoli, e liberi di avere una propria verità, sta di fatto che
del libro se ne parla e scrive ovunque. Non tanto per il fatto che Schettino abbai scritto un libro, ormai
tutti scrivono autobiografie pur non avendola una vita di cui
raccontare, ma per le parole che l’ex comandante ha usato per
accompagnare la presentazione dell’elaborato. Condannato dal Tribunale
di Grosseto a 16 anni di reclusione per naufragio colposo, omicidio
plurimo colposo, lesioni plurime colpose, abbandono di nave e di
incapaci (ho dimenticato qualcosa?), l’ex comandante ci ha abituati a
strambezze, basti ricordare la sua persona, ma forse personaggio, scelta
per rilanciare il turismo, per tenere lezioni universitarie sulla
“gestione del panico”.
Più che la necessità di diffondere il vero, pare una trovata mediatica.
Più che verità sommerse, se si è detentori della verità, sarebbe stato
forse opportuno titolare il libro “Le bugie galleggianti”?
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